Rosa Russo Iervolino, tra una carriera politica da primato e una pensione d’oro che continua a far discutere. Ecco di che cifra si parla!
Rosa Russo Iervolino è un nome che ha lasciato un segno nella storia politica italiana. Nata a Napoli e cresciuta respirando politica sin da giovane, ha percorso una carriera lunga e intensa, passando dai banchi parlamentari fino a indossare la fascia tricolore da sindaca della sua città. Ma oltre al suo curriculum istituzionale, negli ultimi anni è stata al centro di polemiche legate alla sua pensione d’oro, diventata simbolo di un sistema che ancora divide l’opinione pubblica.
La carriera di Rosa Russo Iervolino inizia negli anni Settanta, quando entra a far parte della Democrazia Cristiana. La sua ascesa è rapida: diventa deputata e, nel corso degli anni, ricopre ruoli di grande rilievo, tra cui la presidenza della Commissione Affari Costituzionali e il ministero dell’Interno, prima donna nella storia repubblicana a sedere su quella poltrona. Una politica capace di muoversi tra diplomazia e fermezza, protagonista di molte riforme amministrative e legislative.
Il punto più alto della sua carriera politica arriva quando, nel 2001, diventa sindaca di Napoli. Anche in questo caso è la prima donna a ricoprire l’incarico, governando la città partenopea per due mandati consecutivi, fino al 2011. Il suo operato da sindaca è stato spesso discusso, tra iniziative ambiziose e criticità irrisolte, soprattutto sul fronte della gestione dei rifiuti e della sicurezza urbana.
Terminata la carriera politica, Rosa Russo Iervolino è diventata simbolo di un fenomeno che continua a far discutere: le pensioni d’oro degli ex parlamentari. Dopo decenni di incarichi in Parlamento e nelle istituzioni, la sua pensione è stata calcolata sulla base del vecchio sistema retributivo, garantendole un assegno mensile decisamente generoso. Fonti giornalistiche hanno parlato di cifre superiori ai 10.000 euro al mese, una somma che ha scatenato polemiche in un Paese dove milioni di pensionati ricevono importi ben più modesti dopo una vita di lavoro.
La vicenda della sua pensione ha sollevato, ancora una volta, la questione del trattamento privilegiato riservato alla classe politica, soprattutto in confronto alle difficoltà economiche di molti cittadini comuni. Iervolino ha sempre difeso il proprio diritto, ricordando di aver servito lo Stato per decenni e di aver maturato quei diritti nel rispetto delle norme allora vigenti. Tuttavia, il tema resta spinoso e divisivo.
Oggi Rosa Russo Iervolino è fuori dai riflettori, ma il suo nome torna spesso nelle discussioni su casta, privilegi e riforme mancate. Da un lato, viene ricordata come pioniera della politica al femminile in Italia, capace di rompere muri e conquistare ruoli fino a quel momento preclusi alle donne. Dall’altro, la sua pensione d’oro è diventata una sorta di simbolo di una stagione politica percepita da molti come distante dai bisogni reali della gente.
La storia di Rosa Russo Iervolino è lo specchio di un’Italia divisa tra rispetto per le istituzioni e rabbia verso i privilegi di chi quelle istituzioni le ha guidate. Tu cosa ne pensi? È giusto garantire trattamenti speciali a chi ha ricoperto incarichi pubblici o serve un sistema più equo per tutti? Condividi la tua riflessione nei commenti e apriamo insieme il dibattito.