L’inflazione sale e con lei le difficoltà degli italiani che faticano ad arrivare a fine mese. Come se non bastasse tutto questo, la beffa si va ad aggiungere al danno. Ecco come negli ultimi giorni molti consumatori hanno dichiarato di avere acquistato un prodotto al prezzo di sempre, nonostante la quantità dello stesso sia diminuita.
Shrinkflation: prodotti più piccoli al prezzo di sempre
Il fenomeno della shrinkflation si sta diffondendo sempre più. Nei supermercati i prodotti commercializzati sono sempre più piccoli, anche se il loro prezzo è rimasto quello di sempre.
Se fino a poco tempo fa una brioche ripiena da 120 g costava 1,50 €, ora la stessa viene venduta al medesimo prezzo anche se pesa solamente 100 g.
Siamo di fronte a una mossa di marketing che si focalizza sulla disattenzione dei consumatori. Questi, quando fanno i loro acquisti, non si soffermano sulla lettura delle etichette.
Il termine shrinkflation sta a significare “inflazione occulta”. L’aumento del prezzo, infatti, si verifica senza dare nell’occhio. Anziché aumentare il costo del prodotto ne viene ridotta la dimensione, ma il prezzo rimane lo stesso.
Ecco perché, molto spesso, i consumatori non si accorgono di questo rincaro e le aziende riescono così a mascherare i loro intenti. Questa tendenza è nata in USA ma, con il tempo, si è diffusa in ogni parte del mondo.
La modernità e la necessità di offrire il massimo anche per quanto riguarda il lato estetico delle confezioni, hanno comportato delle pecche in merito alla commercializzazione del prodotto.
L’Unione Nazionale dei Consumatori ha lanciato questo allarme analizzando i vari dati dell’ultimo periodo. Sarebbero più di 2.000 tutti quei prodotti che hanno subito questo trattamento.
Questo fenomeno ha colpito perlopiù tutti i beni di natura alimentare e quelli volti all’igiene della casa. I flaconi e le confezioni sono cambiate, facendo sì che il prodotto venduto sia presente in minor quantità allo stesso prezzo di sempre.
Il rincaro dei prezzi sul mercato
La shrinkflation non è sicuramente d’aiuto in un periodo in cui l’inflazione galoppa. Sicuramente si tratta di un fenomeno che può avvantaggiare moltissimo le aziende, ma danneggiare inevitabilmente i consumatori.
Il Financial Times ha spiegato l’origine di questa tendenza, spiegando come ridurre le dimensioni di un prodotto possa aumentare il margine del profitto.
Anche questa scelta sarebbe legata al rincaro generale degli ultimi tempi, dove il prezzo delle materie prime e del carburante é salito alle stelle.
Ovviamente l’inflazione si è riversata anche sui beni di consumo alimentare e i supermercati hanno adottato questa strategia per illudere i consumatori.
Attualmente non si hanno mezzi per testare questa anomalia anche in Italia, ma questa non può essere esclusa a priori. L’inflazione però è stata confermata dall’Istat, che ha certificato grandi difficoltà economiche per la maggior parte delle famiglie italiane.
Massimiliano Dona, membro dell’UNC, ha disposto delle inchieste su questo argomento, chiedendo alla Commissione Parlamentare di prendere le dovute precauzioni.
Si sta quindi procedendo allo studio della tendenza, in modo da arginare il problema prima che questo si diffonda su scala nazionale.
E voi eravate al corrente della shrinkflation? Vi siete ritrovati in una situazione simile?