Quest’anno esistono ben cinque modi per poter ricevere la pensione in modo anticipato. Ecco come fare!
In attesa della riforma previdenziale che il governo Meloni intende completare entro la fine della legislatura, restano validi gli attuali strumenti di uscita anticipata dal lavoro. Tuttavia, i nuovi requisiti rendono questi strumenti accessibili a una platea piuttosto ristretta. Di seguito, i cinque principali metodi per andare in pensione prima nel 2024.
La pensione di vecchiaia si ottiene al raggiungimento dell’età minima di 67 anni, sia per uomini che per donne. I requisiti contributivi restano invariati: 20 anni di contributi per dipendenti e autonomi, con eccezioni per chi ha maturato 15 anni di contributi prima del 15 dicembre 1992 o è stato autorizzato ai versamenti volontari prima del 31 dicembre 1992. La pensione anticipata, invece, richiede 42 anni e 10 mesi di contributi per gli uomini e 41 anni e 10 mesi per le donne, requisiti che rimarranno fissi almeno fino al 2026.
Per il 2024, è possibile andare in pensione con quota 103, che prevede 41 anni di contributi e almeno 62 anni di età. Tuttavia, il calcolo della pensione sarà interamente contributivo, rendendo l’importo massimo pari a 2.395 euro lordi al mese fino al compimento dei 67 anni. Inoltre, le finestre d’accesso si allungheranno a 7 mesi per i lavoratori privati e a 9 mesi per i dipendenti pubblici. Questa misura è stata criticata dai sindacati, che l’hanno ribattezzata “quota 103 e ¾” a causa delle penalizzazioni introdotte.
I lavoratori precoci, cioè coloro che hanno iniziato a lavorare in giovane età, possono andare in pensione con 41 anni di contributi indipendentemente dall’età anagrafica. Devono però soddisfare ulteriori requisiti, come essere disoccupati per licenziamento, assistere un parente convivente con handicap grave, avere un’invalidità civile superiore al 74%, o aver svolto lavori usuranti. La domanda di riconoscimento del beneficio deve essere presentata entro il 1° marzo di ogni anno.
L’Ape sociale è stata prorogata fino al 31 dicembre 2024. Per accedervi, è necessario avere almeno 63 anni e 5 mesi e soddisfare determinate condizioni, come cessazione dell’attività lavorativa, non essere titolari di una pensione diretta, e trovarsi in situazioni specifiche (disoccupazione, caregiver, invalidità civile di almeno il 74%, lavori gravosi). L’importo massimo dell’Ape sociale è di 1.500 euro lordi al mese.
L’opzione donna permette alle lavoratrici di andare in pensione con 35 anni di contributi e 61 anni di età, con un anno di età in meno per ogni figlio, fino a un massimo di due anni. Le donne devono inoltre soddisfare ulteriori requisiti, come essere caregiver, avere un’invalidità civile del 74%, o essere state licenziate da aziende in crisi. L’importo della pensione sarà calcolato con il metodo contributivo.
Per il 2024, si stimano 14.700 nuovi accessi all’Ape sociale e 17.000 uscite con quota 103. Questi numeri sono il risultato del progressivo restringimento dei requisiti di accesso. L’Ape sociale, introdotta nel 2017, ha visto circa 110.000 soggetti utilizzarla con un’età media di 64 anni. Opzione donna, invece, ha registrato 174.535 adesioni dal 2010 al 2023, rappresentando il 16,3% delle pensioni anticipate delle lavoratrici. I requisiti sempre più stringenti hanno ridotto significativamente la platea di beneficiari e il peso sui conti pubblici.
Cosa ne pensate? A voi i commenti!