In un’era in cui tutti fanno conflitti con tutti, possono scattare anche le alleanze più improbabili. Ecco con chi ha preso accordi la Cina!
Il recente scenario economico cinese mostra segni di una significativa trasformazione, spesso paragonata alla “giapponizzazione”, un termine usato per descrivere il rallentamento economico che il Giappone ha vissuto circa 30 anni fa. Tuttavia, questa analogia non coglie appieno le specificità della situazione cinese.
A differenza del Giappone, che all’inizio della sua stagnazione era già un paese avanzato con un elevato PIL pro capite, servizi sociali sviluppati e debito pubblico gestibile, la Cina si trova in una posizione diversa. È ancora un paese con ampie aree di povertà, una vasta popolazione rurale, sistemi sanitari ed educativi carenti e un debito pubblico che sta crescendo rapidamente.
Il successo economico della Cina degli ultimi decenni è stato guidato principalmente dalle esportazioni, dal contenimento dei consumi interni, dalla repressione finanziaria e dall’investimento in industrie ad alta intensità di lavoro. Tuttavia, questo modello sta mostrando segni di esaurimento. L’invecchiamento della popolazione e la contrazione della forza lavoro stanno impattando le industrie, mentre l’aumento dei salari e dei costi di produzione rendono la Cina meno competitiva. A questi si aggiungono le gravi questioni ambientali derivanti dall’industrializzazione e le inefficienze create dalle direttive del governo.
La Cina ha adottato politiche di stimolo economico, in particolare nel settore immobiliare e delle infrastrutture, come risposta alla crisi finanziaria globale del 2008. Tuttavia, queste misure hanno contribuito a creare una bolla immobiliare di grandi proporzioni e un aumento significativo dell’indebitamento. Nel 2017, il governo ha lanciato una campagna di deleveraging, soprattutto nel settore immobiliare, che ha avuto effetti negativi sul PIL e sull’occupazione e ha rallentato l’intera economia.
Inoltre, la Cina sta affrontando sfide globali come il Covid-19 e la deglobalizzazione. Il lockdown ha bloccato l’economia, ma ha anche alimentato la diffidenza occidentale verso la Cina, portando molte multinazionali a ridurre la loro dipendenza dalle catene di approvvigionamento cinesi. Questo fenomeno di “reshoring” o “friendshoring” è iniziato sotto la presidenza Trump e sta continuando a crescere.
Di fronte a questi cambiamenti, il governo cinese sta cercando di bilanciare la necessità di mantenere la stabilità economica con la gestione degli squilibri strutturali come l’eccesso di capacità, il debito, il degrado ambientale e il calo degli investimenti esteri. Tuttavia, la strategia di crescita rapida del governo cinese, che mirava a superare gli Stati Uniti e l’Occidente, sta incontrando ostacoli significativi.
Questi sviluppi suggeriscono che la Cina potrebbe dover affrontare sfide economiche sostanziali nel prossimo futuro. Cosa ne pensate? A voi i commenti!