Un vitalizio da lusso sfrenato per Nichi Vendola fa scoppiare il dibattito sui privilegi politici. Ecco quanto percepisce!
Nichi Vendola, ex governatore della Puglia e volto noto della politica italiana, ha recentemente acceso il dibattito pubblico andando in pensione a soli 57 anni. Dal luglio scorso, l’ex leader di Sinistra Ecologia e Libertà percepisce un vitalizio lordo di 5.618 euro al mese. Una somma che, nonostante sia pienamente legale, ha suscitato reazioni contrastanti considerando le sue precedenti battaglie contro i privilegi della classe politica.
Vendola, durante il suo mandato decennale iniziato nel 2005, si era infatti impegnato a eliminare i vitalizi regionali. Nel 2012, insieme al Consiglio regionale pugliese, approvò una legge che aboliva questi assegni per le future legislature. Tuttavia, le norme introdotte non toccavano i diritti acquisiti fino al 2013, permettendo ai politici che avevano maturato contributi in quegli anni di continuare a percepire le somme accumulate.
Il caso di Vendola non è isolato. Grazie a una legge regionale del 2003, infatti, i requisiti di età per il pensionamento dei consiglieri sono stati abbassati, consentendo a chi aveva accumulato contributi aggiuntivi di anticipare la pensione. Così, l’ex governatore ha scelto di accettare un assegno mensile ridotto, pur di iniziare subito a ricevere il vitalizio.
Tra i commenti più frequenti emerge un interrogativo etico: era necessario accettare questo assegno, considerando che fu lui stesso a combattere per abolirlo? Nonostante fosse possibile rinunciare al vitalizio, solo pochi politici, come l’ex segretario del PD Sergio Blasi, hanno deciso di farlo.
Il dibattito non si ferma a Vendola. Altri ex consiglieri, come Aurelio Gianfreda, hanno percepito somme simili per contributi maturati prima dell’abolizione. Il tema del vitalizio continua dunque a dividere l’opinione pubblica, alimentando dubbi sulla coerenza e l’etica dei rappresentanti politici.
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