• Ven. Nov 22nd, 2024

La Sanità Pubblica E’ Sotto Attacco: Cosa Ci Aspetta?

Dopo la riduzione dei fondi destinati alla sanità pubblica, il Governo Meloni ha introdotto altre misure. La nuova manovra includerebbe un aumento delle somme stanziate per l’acquisto di servizi sanitari privati e altre misure: ecco quali.

 

Manovra Sanità: aumentano i fondi per il settore privato

La nuova legge di bilancio ha incrementato di soli 3 miliardi la somma destinata alla Sanità. Si tratterebbe in tutto di 136 miliardi di euro. Di questi 2/3 sono riservati al rinnovo dei contratti collettivi di settore. L’aumento non è, però, adeguato all’inflazione, pertanto si rileva una diminuzione della spesa in rapporto al PIL. L’Articolo 45 include la possibilità di aumento della somma corrisposta ai medici del Servizio Pubblico per le ore straordinarie. L’obiettivo sarebbe quello di ridurre le liste di attesa.

I medici del Servizio Sanitario Nazionale hanno ribadito che il problema non riguarda la cifra pagata per gli straordinari, ma piuttosto la carenza di personale. A tal proposito, però, la manovra non prevede nuove assunzioni. La seconda misura è quella proposta dall’Articolo 46 che suggerisce di rivolgersi alle strutture private, prevedendo in questo caso un aumento dei fondi. Saranno così avvantaggiati i medici e le strutture private che potranno usufruire della maggior parte delle somme stanziate. L’Articolo 47, infine, prevede che le regioni che usufruiranno maggiormente delle strutture private non
subiranno più penalizzazioni, contrariamente a quanto accadeva in precedenza.

Tra le novità previste dalla nuova legge di bilancio spicca la soppressione dell’incentivo di 28 centesimi a confezione per la vendita di farmaci generici equivalenti. Si tratta di medicinali identici agli originali, ma meno cari. Tale provvedimento va ad avvantaggiare le grandi aziende farmaceutiche, penalizzando i portafogli dei cittadini e i conti pubblici.

I dati: Sanità sull’orlo del baratro

Il meccanismo di riduzione delle risorse è iniziato alcuni anni prima, rafforzandosi in quelli successivi. Secondo i dati forniti dalla fondazione Gimbe, nel periodo compreso tra il 2010 e il 2019, la Sanità pubblica ha subito una decurtazione di 37 miliardi di euro. Solo tra il 2010 e il 2015 sono stati sottratti 25 miliardi con l’obiettivo di migliorare i conti pubblici. Tra il 2015 e il 2019 abbiamo assistito alla sottrazione di altri 12 miliardi di euro. Ne è derivata una riduzione dei posti letto in ospedale, per non parlare di quelli in terapia intensiva, diventati la metà rispetto a quelli della Germania.

Con l’avvento della pandemia di Covid-19, i fondi hanno subito un incremento di 11 miliardi in due anni. La somma è servita, però, per affrontare le spese causate dall’emergenza, non favorendo pertanto il miglioramento del servizio. Una nuova stretta è arrivata con la fine del Covid. Gli ultimi dati rivelano che, attualmente, la spesa per il servizio sanitario pubblico in Italia corrisponde al 6,6% del PIL, dato inferiore alla media OCSE, 4 punti percentuali in meno della Germania.

In Italia il numero dei medici di base corrisponde a 6,8 ogni 10.000 cittadini ed è in continua diminuzione rispetto alla media Ue. Ne consegue la progressiva demolizione della sanità pubblica: un’impresa ambigua mai dichiarata ufficialmente, ricorrendo ad alcuni espedienti. Tra questi l’impossibilità di sottoporsi a un esame o a una visita con il Sistema Sanitario Nazionale in tempi conciliabili con le varie patologie. Ora tutto è nelle mani del Governo Meloni: ci saranno altre novità? A voi i commenti!