• Dom. Nov 24th, 2024

Il Governo Saluta Le Maxi Multe: Ecco Che Cosa Cambia!

Il Governo ha deciso di mandare in pensione le maxi multe, ma sarà davvero efficace? Ecco che cosa cambia!

 

Il 24 maggio, il Consiglio dei ministri esaminerà il decreto legislativo per la revisione del sistema sanzionatorio tributario, segnando una svolta per le tasse non pagate e i reati tributari. Le nuove norme ridurranno le sanzioni per le violazioni fiscali, puntando su una maggiore adesione all’accertamento delle imposte dovute. Le multe non raggiungeranno più il 240%, ma saranno limitate al 120% dell’ammontare dovuto.

Per chi non presenta la dichiarazione dei redditi o dell’Irap, oppure la dichiarazione del sostituto d’imposta, la sanzione sarà del 120% anziché del 240%. La multa per la dichiarazione infedele sarà ridotta dal 90-180% al 70%. Le sanzioni amministrative per l’omessa registrazione degli atti varieranno tra il 45% e il 120% della somma dovuta. Gli atti non presentati o negati durante l’ispezione comporteranno una multa tra i 250 e i 2000 euro. Le dichiarazioni di successione con disallineamenti saranno multate tra i 250 e i 1000 euro. Le omissioni nelle successioni saranno punite con sanzioni tra i 150 e i 500 euro, mentre l’imposta di bollo assente comporterà una multa maggiorata dell’80%.

Per le partite Iva, potrebbe essere introdotto un tetto per le sanzioni del 60% di quanto dovuto. Non sarà prevista la pena detentiva per il mancato versamento dell’Iva o delle ritenute in casi di forza maggiore, crisi di liquidità e rateizzazione dei debiti. In generale, non ci sarà punibilità se il mancato pagamento delle imposte avviene mentre il contribuente è sovra indebitato o in crisi non transitoria.

Per i commercianti, l’omessa o tardiva trasmissione dei corrispettivi giornalieri comporterà una sanzione massima di 1000 euro. L’omessa, incompleta o infedele comunicazione delle minusvalenze sarà punita con una sanzione massima di 30.000 euro, anziché 50.000.

In pratica, queste modifiche comporteranno minori entrate per lo Stato. Le sanzioni tributarie riscosse ogni anno ammontano a circa 2,27 miliardi di euro. Il taglio delle multe, ridotte del 10%, avrà un “effetto negativo” in termini di entrate dalle sanzioni. Tuttavia, si punta su una maggiore adesione all’accertamento delle imposte dovute. L’idea è che, se il cittadino non può pagare, è inutile punirlo eccessivamente. Chi si mette in regola con la rateizzazione non rischierà la confisca dei beni, che sarà limitata ai casi più gravi, e avrà sanzioni dimezzate se è anche accusato di un reato tributario, ma non si è concluso il primo grado di giudizio.

Il vice ministro dell’economia, Maurizio Leo, sta lavorando a correttivi sul cosiddetto concordato preventivo biennale. Secondo Leo, le multe dell’Agenzia delle entrate-riscossione saranno “avvicinate ai parametri europei, con un principio di maggiore proporzionalità” rispetto agli illeciti commessi. La media europea delle sanzioni è attorno al 60% di quanto dovuto al fisco, inferiore rispetto all’Italia, dove l’evasione fiscale è maggiore. Tuttavia, per le violazioni più gravi e per i recidivi nei tre anni successivi a una violazione accertata, la sanzione potrà essere doppia rispetto alla multa attualmente prevista.

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