Alcune analisi degli ultimi giorni hanno rivelato come quasi 2 milioni e mezzo di litri di olio di oliva in commercio non rispettino le disposizioni attuali. L’operazione nota come ”Verum et Oleum”ha quindi dimostrato come una parte degli oli di produzione italiana siano realizzati con materie prime importate dall’estero. Ecco che cosa ha scoperto la Guardia di Finanza.
Operazione “Verum et Oleum”: ecco la truffa dell’olio di oliva
Una recente indagine condotta dall’Icqrf (l’ispettorato che si occupa di individuare le frodi in campo alimentare) e dalla Guardia di Finanza, ha individuato come un alto numero di produttori di olio extravergine d’oliva non rispetti le normative atte alla produzione dello stesso.
Per valutare la qualità delle materie prime sono stati condotti quasi 200 controlli: da questi é emerso che il 30% dei prodotti analizzati sono completamente irregolari verso le normative europee e nazionali.
Questo perché le analisi hanno rivelato che l’olio extravergine di oliva non possiede i requisiti per essere definito come tale. Tutto questo ha comportato diverse denunce a seguito del reato di frode alimentare.
Che differenza c’è fra l’olio extravergine di oliva e l’olio vergine di oliva?
L’olio extravergine è un prodotto di altissima qualità che, come il semplice olio vergine di oliva, viene ricavato dalla prima spremitura delle olive.
Si tratta dunque di due prodotti estremamente raffinati, che variano solo per alcune caratteristiche e per il livello di acidità in essi contenuta. L’olio extravergine d’oliva, ad esempio, può avere un valore di acidità massimo di 0,8 grammi ogni 100 ml, mentre l’olio vergine solamente 0,2 grammi per la stessa quantità di prodotto.
Oltre a questo particolare, sono state evidenziate delle violazioni per quanto riguarda la tracciabilità del prodotto. Altre anomalie sono state registrate in merito alla conservazione della documentazione burocratica.
Molti passaggi, infine, non sono stati ritenuti a norma, comportando l’emissione di diverse sanzioni e di alcuni sequestri amministrativi.
Truffa dell’olio di oliva: un reato che si ripete
In passato questo tipo di truffa si è verificata più volte in quanto, molto spesso, l’olio d’oliva prodotto non ha rispettato i canoni tradizionali.
In alcuni casi infatti, l’olio d’oliva spacciato come extravergine veniva realizzato con l’aggiunta di olio di semi e clorofilla. Per non parlare di quando anche le etichette dei grandi marchi venivano falsificate, andando a danneggiare inevitabilmente l’azienda produttrice.
Un chiaro esempio di quanto accaduto ha colpito la marca Evo, molto rinomata nel settore della produzione dell’olio extravergine di oliva.
Proprio per questo motivo le indagini eseguite hanno portato ad un declassamento per moltissime aziende italiane, le quali hanno spacciato l’olio vergine per olio extravergine di oliva.
Le sanzioni adottate si aggirano intorno a un valore totale di circa 170.000 €, per non parlare di tutti quei provvedimenti che prevedono operazioni di sequestro e diffide.
L’Antitrust ha quindi invitato i consumatori a prestare molta attenzione, fornendo a chi di dovere degli strumenti per testare la vera qualità dell’olio extravergine di oliva. Quest’analisi ha identificato che su un campione di 15 bottiglie circa 7 non rispettavano i requisiti per essere definite olio d’oliva extravergine.
Ovviamente tutto questo ha suscitato diverse polemiche, poiché i produttori hanno testimoniato che il loro prodotto era conforme alla legge fino a quando non è stato consegnato al supermercato. A detta loro quindi, l’anomalia sarebbe subentrata in fase di stoccaggio.
Si tratta dunque di un un tentativo di raggirare i consumatori oppure della volontà di manomettere un prodotto dell’eccellenza italiana? A voi i commenti!