C’è ancora, da sempre, ma nessuno ne parla più. Eppure ha creato nuovamente un’emergenza sanitaria, dato che miete ancora tantissime vite. Ecco di che cosa si tratta!
In Italia, il problema dell’amianto continua a essere una grave minaccia per la salute pubblica, con dati allarmanti che evidenziano la persistenza e la pericolosità di questa sostanza cancerogena. Nel 2023, secondo l’Osservatorio Nazionale Amianto, sono stati registrati 7.000 decessi e 10.000 nuovi casi di malattie correlate all’esposizione ad amianto, inclusi casi di mesotelioma e tumore del polmone, escludendo altri agenti cancerogeni come il fumo.
Nonostante gli sforzi, l’Italia si trova ancora a fronteggiare la presenza di 40 milioni di tonnellate di amianto distribuite in circa un milione di siti e micrositi, inclusi 50.000 siti industriali e 42 siti di interesse nazionale. Ancor più preoccupante è la presenza di amianto in ambienti educativi e sanitari: circa 2.500 scuole, 1.500 biblioteche e edifici culturali, e almeno 500 ospedali contengono materiali contenenti amianto, esponendo a rischi elevati studenti, insegnanti, personale non docente e pazienti.
In occasione della Giornata mondiale delle vittime dell’amianto, Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio, ha fatto appello alla premier Meloni affinché la bonifica e la messa in sicurezza delle strutture contenenti amianto diventino priorità nell’agenda del governo. Bonanni sottolinea che solo attraverso interventi decisi e tempestivi è possibile prevenire ulteriori esposizioni e diagnosi di malattie legate all’amianto, che in oltre il 90% dei casi si rivelano fatali.
Le regioni italiane più colpite sono Lombardia, Piemonte, Liguria e Lazio, che insieme rappresentano oltre il 56% dei casi segnalati. La situazione richiede una risposta coordinata e robusta, che comprenda la mappatura completa degli edifici a rischio, la rimozione sicura dell’amianto e politiche di prevenzione efficaci per proteggere la popolazione da una delle più gravi minacce ambientali e sanitarie del nostro tempo.
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