Cottarelli accusa la lobby delle catene, Burioni risponde in modo esilarante. Scopri cosa è accaduto!
Avete già effettuato il cambio gomme o preferite tenere le catene da neve nel bagagliaio per ogni evenienza? Secondo Carlo Cottarelli, ex senatore e celebre economista, questa non è solo una questione di sicurezza stradale ma anche un possibile favore ai produttori di catene. L’accusa, lanciata con un tweet su X, ha innescato un acceso dibattito condito da sarcasmo e battute da parte degli utenti.
Cottarelli, in un messaggio diretto, ha sollevato dubbi sull’obbligo di pneumatici invernali o catene da neve dal 15 novembre al 15 aprile, sottolineando come in molte zone d’Italia la neve sia ormai un evento raro. Si è chiesto quale sia il senso di questa normativa, suggerendo che dietro ci sia un favore alla “lobby delle catene”. Il tweet, seppur lapidario, non ha lasciato indifferenti gli utenti, molti dei quali hanno contribuito a trasformare la discussione in un caso di ironia collettiva.
A rispondere è stato il virologo Roberto Burioni, che ha messo da parte la scienza medica per dare un parere tecnico: le gomme invernali non sono solo utili in caso di neve, ma offrono maggiore sicurezza anche con temperature rigide. La loro durata, grazie all’alternanza stagionale, ridurrebbe i costi nel lungo termine. Non soddisfatto, Cottarelli ha replicato suggerendo che, se davvero la sicurezza è l’obiettivo, sarebbe più logico obbligare all’uso di pneumatici invernali piuttosto che lasciare spazio all’opzione delle catene, spesso inutili in molte regioni italiane.
Nel frattempo, gli utenti di X hanno dato sfogo alla creatività. Tra meme esilaranti, come una foto di Mister T usata per rappresentare il leader della presunta “lobby delle catene”, e commenti taglienti che paragonano il tweet di Cottarelli a discussioni da bocciofila, la questione ha assunto toni sempre più surreali. C’è chi lo ha accostato ai più noti complottisti del web e chi ha proposto, scherzosamente, di inserirlo nel team di esperti di Pirelli Motorsport.
Alla fine, rimane una domanda: se i no-vax si sono guadagnati un’etichetta, come dovremmo chiamare i complottisti delle catene da neve?