Il conflitto bellico fra Russia ed Ucraina continua, anche se la patria di Putin ha deciso di cambiare strategia. Le strade pullulano di morti e Mariupol sta per cadere vittima dei bombardamenti. I tentativi di pace falliscono e nessuno può più esprimere la propria opinione, tantomeno la stampa. Nuove sovvenzioni per i profughi che arrivano in Italia e molto altro ancora. Questo è quello che sta succedendo nelle ultime ore.
Da diversi giorni si ha come unico scopo quello di far cessare la guerra tra la Russia e l’Ucraina. Ogni nazione ha tentato di proporre negoziati di pace e, nelle prossime ore, avverrà una nuova conferenza con la Turchia. Purtroppo però il cielo dell’Ucraina continua a colorarsi del grigio e di rosso, colori scaturiti dal fumo e dagli incendi.
Analizziamo quindi cinque punti fondamentali che possono far riflettere in merito a questo triste fatto storico.
1- Aiuto economico per i profughi: assegno di mantenimento di 350 € al mese per ogni persona maggiorenne
Dall’inizio del conflitto, diverse migliaia di profughi ucraini si sono rifugiati in Italia per scappare alla guerra. Nella maggior parte dei casi si tratta di bambini e di donne che cercano una sistemazione dove poter vivere in pace.
Sono davvero molte le famiglie che hanno deciso di ospitare le persone provenienti dall’Ucraina e molti di questi hanno fatto appello alla Protezione civile.
Questi profughi hanno bisogno di un sostegno economico che permetta loro di mantenere le proprie spese e quelle dei figli. Il governo sta quindi vagliando l’ipotesi di promulgare un piccolo sussidio per aiutare i profughi ucraini.
Si parlerebbe quindi di un assegno mensile di 350 € per ogni adulto e di 150 € al mese per ogni bambino. Per il momento questa risorsa sarà destinata a circa 60.000 persone per almeno 90 giorni.
Per tutti gli altri invece, sarà promosso un servizio di assistenza a opera di associazioni del settore. In questo caso il compenso previsto è di circa 30 € al giorno per persona.
2- La disfatta di MariuPol: le strade pullulano di vittime
La città di Mariupol sta per cadere definitivamente e migliaia di persone sono ancora intrappolate al suo interno.
La vita all’interno del capoluogo ucraino è davvero al limite: da diversi giorni mancano sia l’elettricità che il riscaldamento, per non parlare dei beni primari e dell’acqua.
Le bombe non accennano a fermarsi e in molti pensano che a breve la città verrà completamente sopraffatta dalla potenza russa. I soldati di Putin stanno mirando al sud della regione, pronti ad intervenire per conquistare la zona del Donbass.
3- Estrema difficoltà nella gestione di nuovi compromessi
Nelle ultime ore nuovi negoziati sono stati proposti dalle due nazioni. Mosca potrebbe rinunciare alla conquista della Ucraina qualora questa decidesse di schierarsi con la Nato per quanto riguarda l’aspetto militare.
Sembra infatti che Putin abbia fatto un passo indietro in merito alla diffusione della lingua russa nel paese ucraino e alla smilitarizzazione della nazione. In molti temono che questo sia solo un bluff, in quanto la Russia sembra esprimere ogni giorno un parere diverso.
Zelensky ha fatto sapere che non intende smilitarizzare l’Ucraina e che vuole difendere la sua nazione sotto ogni punto di vista. Se in un primo momento il presidente ucraino aveva preso in considerazione le sorti di Crimea e Donbass, è dovuto tornare sui suoi passi.
Sicuramente il popolo ucraino non avrebbe appoggiato una tale decisione e Zelensky si è limitato a chiedere un arresto dell’invasione russa.
4- La Russia adotta nuove strategie
La Russia non ha raggiunto gli obiettivi sperati e haquindi deciso di adottare una nuova strategia, spostandosi nella zona del Donbass.
Sembra quindi che la prima fase del conflitto sia terminata per dare inizio al secondo step, quello volto alla conquista del Donbass. Tutto questo permetterà a Putin di dare un nuovo assetto alle sue forze armate, gravemente provate dal conflitto.
Sicuramente Putin non si aspettava un così alto livello di resistenza da parte dell’Ucraina e ora deve guadagnare tempo per risanare le perdite.
5-Soppressa la libertà di stampa e con lei la Novaja Gazeta
La Novaja Gazeta chiude definitivamente i battenti, censurando quindi la libertà di opinione e stampa nella capitale russa.
Sei giornalisti hanno infatti perso la vita per aver raccontato la veridicità dei fatti. Questo ha portato i due fondatori del giornale, Mikail Gorbaciov e Dimitrij Muratov, a sospendere le pubblicazioni.
Queste limitazioni rimarranno in vigore per tutta la durata del conflitto, definito come “operazione speciale in Ucraina”. Il giornale ha ricevuto diversi richiami e ha dovuto cedere prima che sopraggiungesse la revoca della licenza.
A questo proposito è bene ricordare Anna Politkovskaya, una delle più grandi giornaliste al servizio del quotidiano. La donna è stata uccisa nel 2006 dopo aver scritto un libro dedicato alla Russia di Putin.
Anna aveva infatti individuato alcuni punti che, ancora oggi, risultano essere molto attuali. Tra questi le torture inflitte ai prigionieri, le armi di distruzione chimica e la corruzione dei politici.
Eravate a conoscenza di questi cinque punti fondamentali relativi al conflitto fra Russia e Ucraina? Siamo certi che saranno per voi un valido spunto di riflessione.