Le truffe approdano anche sul noto sito Onlyfans, e molti ci cascano. Ecco come tutelarsi e in cosa consistono le truffe!
Le truffe su OnlyFans rappresentano un fenomeno preoccupante che sta rovinando molte famiglie. La storia di Lori, una sex worker rinviata a giudizio per aver estorto fino a 130.000 euro ai suoi iscritti su OnlyFans, è solo la punta dell’iceberg. La maggior parte degli uomini vittime di questi reati non denuncia per vergogna o paura. Anche chi denuncia spesso non ottiene giustizia. Un caso emblematico è quello avvenuto ad Aprilia nel dicembre 2023. Un ragazzo ha denunciato una sex worker che gli aveva chiesto 300 euro minacciando di inoltrare le loro conversazioni private alla moglie dell’uomo. La sex worker è stata rinviata a giudizio, ma il giudice ha deciso di non procedere ritenendo il fatto di “tenue entità”.
Queste truffe possono distruggere vite e provocare traumi ansiosi difficilmente reversibili. Sottovalutare la gravità del reato basandosi sul valore economico è un errore. Pagare la prima richiesta di estorsione non garantisce che il ricatto si interrompa. Non vi è alcuna certezza che il contenuto privato venga eliminato, soprattutto se si tratta di foto intime o video espliciti. I reati commessi dalle sex worker su OnlyFans includono estorsione, sostituzione di persona e truffa. Spesso, le immagini delle sex worker vengono gestite da agenzie che chattano al posto loro. Può capitare che un cliente creda di fare sexting con una giovane donna, mentre in realtà sta interagendo con un uomo di cinquant’anni.
Molte sex worker non dichiarano i propri guadagni al fisco, come emerso dalle indagini della Guardia di Finanza di Bologna. I rischi di questa deregolamentazione del mercato colpiscono sia chi compra sia chi vende. Le foto delle creator spesso finiscono illegalmente scambiate in gruppi Telegram. Per chi lavora nel sesso è difficile denunciare molestie, stalking o violenze sessuali, temendo che il proprio lavoro sminuisca l’accaduto.
Le agenzie cercano di reclutare giovani sex worker promettendo ricchezza in poco tempo, configurando reati di sfruttamento e induzione alla prostituzione. Molte creator preferiscono evitare i riflettori per manipolare i clienti senza problemi, svuotandogli i conti e rispondendo solo alla propria morale. La regolamentazione interna alla piattaforma non basta, poiché molte transazioni avvengono al di fuori per eludere le percentuali richieste dal sito e muoversi senza vincoli. Senza un intervento massiccio del governo, la situazione non può che peggiorare. Come il gioco d’azzardo, anche il porno, sia soft che hard, può portare alla rovina economica e psicologica dei soggetti più fragili. È ora di agire.
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