Durante una recente inchiesta, è stato trovato un audio di Fedez dove ha dichiarato che è attualmente “nullatenente”. Ecco che cosa è successo!
La situazione legale che vede protagonista il rapper Fedez sta attirando l’attenzione mediatica e giudiziaria. Durante un’udienza per un caso di diffamazione, Fedez ha dichiarato di essere “nullatenente”, suscitando sorpresa e scatenando reazioni. Queste dichiarazioni sono state fatte in un contesto telematico, complicato da problemi tecnici. Fedez ha precisato che i suoi beni sono intestati a società di sua proprietà, una dichiarazione che ha sollevato interrogativi e ha portato alla presentazione di un esposto da parte del Codacons alla Guardia di Finanza.
Il Codacons ha sottolineato che non tutti i procedimenti penali contro Fedez, avviati a seguito di denunce dell’associazione, sono stati archiviati, contrariamente a quanto affermato dal rapper. La disputa nasce da una denuncia per diffamazione legata a presunte pubblicità ingannevoli sul sito del Codacons riguardanti il Coronavirus. Ora, con le nuove dichiarazioni di Fedez sui suoi beni, l’associazione ha deciso di agire, sollevando dubbi su operazioni straordinarie che hanno interessato il gruppo di Fedez negli ultimi anni.
Il Codacons esprime preoccupazione per una “fitta trama di rapporti di affari” che potrebbe indicare un “potere occulto e trasversale”, richiamando l’attenzione sulle ragioni strategiche che stanno dietro a tali movimenti. Un aspetto particolarmente critico riguarda beni di chiaro uso personale, come la casa nel complesso CityLife e una Lamborghini, intestati a società, suggerendo una possibile elusione fiscale o legale.
La denuncia del Codacons include un’analisi degli asset di Fedez tra il 2022 e il 2024, evidenziando significative modifiche nella struttura dell’impero del rapper, compresa l’acquisizione di un immobile di prestigio all’interno di una chiesa sconsacrata, ristrutturata per uso ufficio. L’associazione sottolinea che la gestione degli asset di Fedez è fermamente in mano alla sua famiglia, attraverso la società Zedef, sollevando interrogativi sulla trasparenza e la legittimità delle operazioni effettuate.
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