• Dom. Set 8th, 2024

Nuova Tecnologia Sperimentale: Ecco Come Distrugge I Tumori!

I ricercatori sviluppano una tecnica innovativa che non solo distrugge i tumori, ma elimina anche le cellule resistenti ai farmaci, prevenendo le recidive. Scopri di più su questa rivoluzione nella lotta al cancro.

 

Scoperta rivoluzionaria: la nuova tecnica che autodistrugge i tumori

I ricercatori hanno sviluppato un metodo sperimentale rivoluzionario capace non solo di eliminare i tumori, ma anche di distruggere le cellule cancerose superstiti resistenti ai farmaci, spesso responsabili di recidive che esauriscono le opzioni terapeutiche per i pazienti. Quando un farmaco elimina il cancro, nei casi più gravi restano cellule resistenti capaci di rigenerare il tumore e causare metastasi. L’evoluzione dei tumori guidata dalla resistenza è una delle cause principali della loro aggressività e recidività, limitando le possibilità di trattamento.

Grazie alla nuova tecnica, i ricercatori sono riusciti a sfruttare l’evoluzione delle cellule tumorali a proprio vantaggio, inducendole non solo ad autodistruggersi, ma anche ad annientare quelle resistenti vicine. Questo metodo ha mostrato efficacia su cellule tumorali umane in coltura e su modelli murini (topi) ed è così promettente che è già stata depositata la richiesta di brevetto.

Il team di ricerca statunitense, guidato da scienziati del Dipartimento di Ingegneria Biomedica e dell’Huck Institute per le scienze della vita dell’Università Statale della Pennsylvania, ha collaborato con il Dipartimento di Biologia dell’Università della California San Diego. Coordinati dal professor Justin Pritchard, gli scienziati hanno creato un “circuito genetico modulare a doppio interruttore”. Questo nuovo approccio è nato dalla frustrazione per la capacità del cancro di sviluppare resistenza alla terapia farmacologica, esaurendo le opzioni di trattamento. Gli scienziati hanno utilizzato i “gene drive di selezione”, procedure molecolari che amplificano un dettaglio genetico specifico, per piegare l’evoluzione delle cellule tumorali e portarle all’autodistruzione.

La fine delle recidive: il metodo che elimina le cellule cancerose resistenti

L’idea di base era sfruttare il meccanismo evolutivo del cancro contro di esso. Il gene drive di selezione è stato impiegato per eliminare i meccanismi di resistenza. I ricercatori hanno utilizzato linee cellulari di tumori polmonari non a piccole cellule con la mutazione del gene EGFR, bersaglio dei farmaci oncologici. Grazie al circuito genetico a doppio gene, gli scienziati possono accendere o spegnere la resistenza ai farmaci a piacimento. Quando il primo interruttore è acceso, il farmaco uccide le cellule sensibili ma lascia vive quelle geneticamente modificate per resistere, oltre a un piccolo gruppo di cellule native resistenti. La selezione guidata fa crescere la popolazione di cellule geneticamente modificate, soppiantando le cellule native resistenti.

Nella seconda fase, il primo interruttore viene spento, rendendo le cellule geneticamente modificate vulnerabili, mentre il secondo interruttore attiva un “gene suicida” che le porta all’autodistruzione e alla produzione di un composto tossico che uccide tutte le cellule tumorali vicine. Il risultato è la distruzione del tumore. L’efficacia del circuito genetico modulare è stata dimostrata sia in linee cellulari coltivate in laboratorio che in roditori affetti da tumori.

Uno degli aspetti più sorprendenti è che i ricercatori sono riusciti a ostacolare vari meccanismi di resistenza delle cellule tumorali, eliminando l’eterogeneità e permettendo ai farmaci di funzionare efficacemente senza lasciare pericolose cellule superstiti. “La cosa bella è che possiamo colpire le cellule tumorali senza sapere cosa sono, senza aspettare che crescano o sviluppino resistenza”, ha affermato il dottor Scott Leighow, ingegnere biomedico e coautore dello studio.

La ricerca è ancora nelle fasi iniziali e potrebbero volerci anni prima che questi risultati possano essere applicati sull’essere umano. Tuttavia, se i ricercatori riusciranno a trasferire questa tecnica nella pratica clinica, avremo a disposizione una delle armi più innovative ed efficaci per combattere il cancro aggressivo.