Scopri come il cobalto, alla base delle moderne tecnologie, sta trasformando il mondo. Ecco di cosa si tratta!
Il cobalto, un minerale dall’aspetto argentato conosciuto per il caratteristico pigmento blu, è meno noto rispetto ad altri metalli di uso quotidiano, come il ferro o l’alluminio. Tuttavia, ha un ruolo centrale nelle moderne tecnologie, come le batterie al litio, e in leghe metalliche resistenti. La crescente domanda di cobalto per alimentare dispositivi elettronici e veicoli elettrici ha un enorme impatto economico, sociale e geopolitico, soprattutto per i lavoratori dei giacimenti africani, spesso operanti in condizioni drammatiche.
Elemento chimico con simbolo Co e numero atomico 27, il cobalto si trova come impurità in altri minerali, soprattutto nelle miniere della Repubblica Democratica del Congo, la maggiore produttrice globale di cobalto, con quasi la metà delle risorse mondiali. Non solo è essenziale per l’industria, ma il cobalto è presente nella vitamina B12, fondamentale per il metabolismo umano, dimostrando la sua importanza anche per la salute.
Fin dall’antichità, il cobalto è stato utilizzato per il pigmento blu intenso che decora ceramiche e tessuti. Oggi, grazie alle sue proprietà magnetiche e alla resistenza termica, trova applicazione nelle turbine aeronautiche, negli strumenti per risonanza magnetica e come catalizzatore nella raffinazione dei carburanti. Ma il suo uso principale è nelle batterie al litio, dove garantisce maggiore stabilità e ricariche rapide, richieste da smartphone, auto elettriche e dispositivi di ultima generazione.
Gran parte del cobalto mondiale proviene dal Congo, dove le miniere artigianali sono spesso sinonimo di sfruttamento. Qui, lavoratori, molti dei quali minorenni, scavano in condizioni pericolose, senza protezioni e con un altissimo rischio di crolli e di esposizione a sostanze tossiche. Nonostante i lunghi turni e i rischi, i guadagni restano irrisori, con paghe che si aggirano intorno ai 3-4 dollari al giorno, un’attrazione comunque forte in un Paese dove la povertà è diffusa.
La mancanza di regole ha creato un mercato del lavoro irregolare, dove i minatori vendono a prezzi bassissimi a intermediari che rivendono il cobalto alle multinazionali. Senza infrastrutture adeguate, il Congo esporta il minerale grezzo, con la Cina che raffina il 75% del cobalto mondiale, acquisendo una posizione dominante nel settore e aumentando la dipendenza dei Paesi occidentali.
Per migliorare la propria immagine, aziende come Apple e Tesla hanno annunciato l’intenzione di utilizzare cobalto riciclato o alternative prive di cobalto, come le batterie al litio-ferro-fosfato. Tuttavia, eliminare il cobalto dalle produzioni potrebbe aggravare la povertà dei minatori congolesi, che dipendono da questa risorsa per il proprio sostentamento. La sfida vera sarà quindi migliorare le condizioni di lavoro e garantire una gestione trasparente delle miniere, affinché anche i cittadini congolesi possano trarre beneficio da una risorsa preziosa per l’economia globale.
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