Una nuova variante COVID, Xec, sta emergendo con sintomi insoliti e una diffusione rapida. Cosa dobbiamo aspettarci? Ecco di cosa si tratta!
Un nuovo protagonista si fa strada tra le varianti del COVID: Xec, pronta a diventare la più diffusa nei mesi invernali. Questa variante, oltre ai sintomi noti del virus, introduce una novità che desta attenzione: la perdita dell’appetito, accompagnata in alcuni casi da diarrea e un generale malessere.
Discendente di Omicron, Xec si distingue per una capacità di contagio più elevata rispetto alle varianti attualmente in circolazione, come JN.1 e KP.3. Le sue mutazioni la rendono estremamente competitiva nella diffusione. Secondo gli esperti, potrebbe raggiungere una diffusione del 30% in Italia, mentre cresce rapidamente anche in America e nel Pacifico occidentale. La variante è già monitorata dall’OMS, segnalando il suo potenziale impatto globale.
Xec possiede una mutazione rara nella proteina Spike che sembra favorirne la trasmissione. Nonostante questo, causa una malattia meno grave rispetto ai primi ceppi di SARS-CoV-2. Il virologo Fabrizio Pregliasco spiega che la velocità di mutazione di Xec è superiore, conferendole un vantaggio evolutivo significativo.
Oltre alla perdita dell’appetito, i sintomi principali restano simili: febbre alta, brividi, mal di gola, tosse, perdita del gusto o dell’olfatto, dolori muscolari, affaticamento e mal di testa. Gli esperti prevedono un’ondata di infezioni che potrebbe raggiungere il picco durante le festività natalizie, complicata dalla co-circolazione di influenza australiana e virus respiratorio sinciziale (RSV).
I vaccini attualmente disponibili, come Comirnaty JN.1 di Pfizer, offrono una buona protezione contro Xec. La vaccinazione è particolarmente raccomandata per le categorie a rischio, per ridurre le complicazioni e contenere l’impatto delle varianti.
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