Da un po’ di tempo a questa parte si parla di vaccino contro il virus del vaiolo delle scimmie. Lo Stato ha deciso di dare la precedenza a quelle categorie che figurano come a rischio. Un’associazione in particolare si è ribellata!
La protesta delle Associazioni LGBT: necessario rivedere la circolare del Ministero
Nonostante l’intento dello Stato sia quello di preservare la condizione delle categorie di soggetti a rischio, questa precedenza è stata vista come una mancanza di rispetto da parte delle Associazioni LGBT.
Secondo le stesse infatti, la circolare promulgata andrebbe rivista poiché non è di certo l’orientamento sessuale a favorire la malattia, ma l’adozione di comportamenti a rischio.
Il Ministero della Salute ha infatti individuato nel virus del vaiolo delle scimmie un pericolo ancor più grande verso tutti coloro che si dedicano a rapporti sessuali non protetti o di natura promiscua.
Sull’argomento si è espresso anche Sandro Mattioli, il fondatore del movimento BLQ Checkpoint, un servizio che da sempre si occupa di offrire screening e controlli per individuare malattie quali Epatite C e HIV a Bologna.
L’uomo ha parlato di come la Regione abbia diffuso questo comunicato senza porre attenzione alle parole utilizzate, ed è per questo che è necessario attuare delle modifiche per evitare discriminazioni.
Che cosa dice la circolare incriminata?
Qualche giorno fa è stata promulgata la circolare che ha il fine di informare i cittadini italiani su quello che verrà utilizzato come vaccino contro il virus del vaiolo delle scimmie.
Nella stessa vengono delineate alcune categorie descritte come ad alto rischio, le quali dovranno sottoporsi al vaccino proprio per tutelare al meglio la loro salute. Tra queste compaiono le comunità gay, transgender e bisessuali, in quanto sono quelle che spesso si avvalgono di più partner sessuali e hanno quindi la possibilità di ammalarsi con più facilità.
Gli accusatori di tale dichiarazione hanno descritto come sia il comportamento ad essere a rischio e non la categoria di soggetti che lo mette in atto. Questo perché un uomo etero ha più possibilità di contagiarsi rispetto ad un uomo gay che decide di trascorrere la sua serata a casa guardando la televisione.
È quindi molto importante rivedere la comunicazione ministeriale, in quanto non si può additare un’intera categoria come l’unica a rischio e, al tempo stesso, considerarla un vettore principale per questo nuovo virus.
Sono davvero numerose le associazioni che si sono mosse per attuare la protesta ed è quindi doveroso, da parte del Ministero, attuare le giuste modifiche al fine di sconfiggere e arginare il fenomeno della discriminazione sessuale.
Secondo voi il Ministero ha promulgato questa circolare consapevole di quanto dichiarato oppure si è trattata di una semplice svista che è stata travisata e non appresa nella sua integrità? A voi i commenti!