Ecco che cos’è il vaiolo delle scimmie, come si trasmette e quali sono i sintomi più comuni. Ecco cosa devi sapere!
Il vaiolo delle scimmie, o Mpox, è una malattia infettiva virale che ha destato preoccupazione globale. Causata dal virus Monkeypox, la malattia può essere trasmessa sia dagli animali all’uomo sia da persona a persona. Secondo l’ultimo rapporto del Ministero della Salute, pubblicato ad agosto 2024, in Italia sono stati registrati 1.056 casi da quando l’epidemia è scoppiata nel maggio 2022. A seguito del rapido aumento dei contagi, l’Organizzazione Mondiale della Sanità (OMS) ha dichiarato prima l’emergenza sanitaria in Africa, seguita da un’emergenza internazionale.
Il vaiolo delle scimmie è stato identificato per la prima volta nel 1958 in alcuni macachi tenuti in cattività, da cui il nome originale della malattia. Oggi, è noto come Mpox, termine adottato dall’OMS. Sebbene il virus sia strettamente legato al vaiolo umano, è meno contagioso e generalmente provoca una malattia meno grave. Il virus può essere trasmesso attraverso il contatto diretto con fluidi corporei di animali infetti o persone contagiate, nonché tramite oggetti contaminati.
Dopo un periodo di incubazione di circa 12 giorni, la malattia si manifesta con febbre, mal di testa, dolori muscolari, stanchezza e linfonodi ingrossati. Poco dopo, compare un’eruzione cutanea che inizia solitamente sul viso e si diffonde poi al resto del corpo. Le lesioni evolvono da macule a pustole, che infine formano croste e cadono. La malattia dura in genere tra le due e le quattro settimane e, sebbene solitamente si risolva spontaneamente, può risultare mortale nel 10% dei casi in Africa, soprattutto tra i non vaccinati.
Il virus del vaiolo delle scimmie è una zoonosi, cioè si trasmette principalmente dagli animali all’uomo. Tra i vettori principali ci sono piccoli mammiferi come ratti e cani della prateria. Tuttavia, è possibile il contagio anche tra esseri umani attraverso contatto diretto con lesioni cutanee, oggetti contaminati o, meno comunemente, tramite goccioline respiratorie. La trasmissione sessuale è stata documentata in alcuni studi, e il rischio maggiore si presenta con contatti stretti e prolungati.
Per chi sviluppa sintomi come febbre e rash cutanei, l’Istituto Superiore di Sanità (ISS) raccomanda di contattare immediatamente il medico e rimanere a casa. I contatti stretti di persone infette dovrebbero essere monitorati per 21 giorni. Esiste un vaccino specifico, ma è riservato alle categorie a rischio, come gli operatori sanitari. Chi è stato vaccinato contro il vaiolo umano potrebbe avere una protezione parziale contro l’infezione.
Dall’inizio dell’epidemia, l’Italia ha registrato 1.056 casi di Mpox, con la maggior parte delle infezioni concentrate in Lombardia. La sorveglianza è costante e, al momento, non ci sono segnali di allarme.
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