Gli infermieri avranno presto la possibilità di svoltare il sistema medico italiano. Ecco in cosa consiste la novità!
Novità importante per il settore sanitario italiano: presto gli infermieri potranno firmare prescrizioni infermieristiche, ma non si tratterà di ricette mediche complete. Il governo Meloni, con il supporto del ministro della Salute Orazio Schillaci, ha annunciato un piano per istituire nuove lauree magistrali a indirizzo clinico, che apriranno nuove opportunità per gli infermieri, inclusa la possibilità di firmare ricette per alcuni dispositivi medici. Questo cambiamento ha già sollevato diverse polemiche, soprattutto da parte dei medici.
Attualmente, gli infermieri possono conseguire una laurea triennale e una magistrale in ambito manageriale, ma il governo ha in programma di lanciare tre nuove specializzazioni cliniche. Queste aree includeranno cure primarie e sanità pubblica, cure intensive e d’emergenza, oltre a cure pediatriche e neonatali. Una volta completata la formazione, gli infermieri specializzati potranno firmare ricette infermieristiche, valide per la prescrizione di dispositivi specifici come cateteri, sacche per stomie o altri strumenti necessari per l’assistenza infermieristica.
A differenza delle ricette mediche, quelle infermieristiche avranno un campo d’azione più ristretto. Gli infermieri non potranno prescrivere farmaci, ma solo dispositivi utili all’assistenza pratica. L’obiettivo del governo è offrire agli infermieri maggiori possibilità di carriera, aumentando anche i loro stipendi. Tuttavia, questa nuova facoltà ha suscitato critiche tra i medici, preoccupati che le competenze diagnostiche, che la legge riserva esclusivamente a loro, possano essere messe in discussione.
L’Italia si sta muovendo verso un modello già consolidato in altri Paesi. Ad esempio, nel Regno Unito gli infermieri possono prescrivere alcuni farmaci all’interno di protocolli condivisi con i medici. La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (Fnopi) ha da tempo proposto di adottare anche in Italia un sistema simile, chiedendo che gli infermieri possano prescrivere dispositivi e, in certi casi, farmaci. La Toscana, lo scorso anno, aveva già provato a introdurre una sperimentazione a livello regionale, ma con la proposta del governo ora si apre una strada a livello nazionale.
Non tutti, però, vedono di buon occhio questa riforma. Il presidente della Fnomceo, Filippo Anelli, ha espresso delusione per non essere stato consultato dal governo, sottolineando che la diagnosi è una competenza esclusiva dei medici e che una ricetta implica una diagnosi preliminare. Se la riforma non rispetterà questo principio, potrebbero esserci dei ricorsi legali.
L’iniziativa è ancora in fase di sviluppo, ma promette di cambiare il ruolo degli infermieri in Italia, avvicinandolo agli standard internazionali.
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