In caso di dubbi relativi al contagio da Covid-19, molte persone si sottopongono al tampone anche se questo, in un primo momento, può rivelarsi negativo. Facciamo chiarezza sull’argomento.
Quali sono i motivi per cui il tampone può risultare negativo?
Negli ultimi tempi, molte delle persone che hanno contratto il Covid-19 hanno cominciato a nutrire i sospetti del contagio in seguito all’insorgenza di alcuni sintomi. Con il passare del tempo però, questi si sono in parte alleggeriti e quindi riscontrare alcuni sintomi non per forza significa aver contratto il virus.
Ma come mai in alcuni casi, nonostante si sia infetti, il tampone risulta essere negativo? Solitamente si effettua questo tipo di richiesta quando si manifestano i sintomi tipici della malattia o quando si è entrati a contatto con un soggetto infetto.
Quando il tampone risulta negativo, la ragione potrebbe essere imputata alla precocità del test. Anche il virus del Covid-19 ha infatti un periodo di incubazione prima del quale non può essere diagnosticato. In altri casi invece, il soggetto è malato ma la carica virale non è così alta da essere individuata dal test.
Non bisogna però dimenticare che una parte dei tamponi in commercio può favorire la questione nota come falso negativo.
Come comportarsi se si hanno dei sintomi ma il tampone risulta negativo?
L’Organizzazione Mondiale della Sanità ha stabilito l’importanza di effettuare un tampone nel caso in cui si manifestassero i sintomi della malattia. Tra questi ricordiamo febbre, mal di gola, tosse, dolori diffusi, nausea e vomito, diarrea, raffreddore e mancanza di olfatto e gusto.
Questi però, risultano essere sintomi molto diffusi anche di una semplice influenza, motivo per cui esserne affetti non significa necessariamente aver contratto il Covid.
Nel caso in cui si fosse stati contagiati dalla variante Omicron, un test negativo potrebbe diventare positivo nel giro di 3 o 4 giorni, ma il periodo di tempo potrebbe risultare più lungo o più corto a seconda del soggetto colpito. È quindi consigliabile ripetere il test in caso di dubbio, oppure sottoporsi all’analisi di tipo molecolare.
Perché alcuni tamponi danno risultati sbagliati?
I tamponi sono dei test autodiagnostici che ogni soggetto può eseguire in totale autonomia per evidenziare la presenza del virus.
La capacità di un tampone viene determinata dalla sensibilità del test, ovvero la capacità di individuare il virus e confermare il test positivo. In alcuni casi però, risulta particolarmente difficile spiegare come un test possa risultare negativo anche se il virus è stato contratto.
Secondo le ultime dichiarazioni mediche e scientifiche, la causa di tutto questo può essere imputata all’evoluzione del sistema immunitario dell’uomo. Con il passare dei mesi infatti, gli anticorpi hanno imparato a identificare il virus del Covid-19 e ad attivare delle risposte immunitarie in grado di bloccarne la riproduzione.
Il nostro corpo va quindi ad agire in maniera preventiva, ed è per questo che molte persone possono risultare negative al test in un primo momento. Un test può essere negativo anche a seguito di alcuni errori nell’esecuzione dello stesso.
Magari il campione biologico raccolto non è sufficiente a verificare la presenza del virus, oppure non sono stati rispettati i tempi utili al riscontro di un test positivo. Se è molto facile ottenere un falso negativo, la stessa cosa non può avvenire quando il risultato è positivo.
Questo perché la positività è rappresentata dalla presenza dell’antigene e quindi, qualora questa fosse stata rilevata, è impossibile non aver contratto la malattia.
Vi è mai capitato di ottenere un test fasullo dopo aver effettuato un tampone per il rilevamento del Covid-19? A voi i commenti!