Il governo, cercando di evitare la procedura d’infrazione da parte dell’UE, ha pianificato la celebrazione di gare per assegnare nuovamente le concessioni balneari a partire dal prossimo anno. Per salvaguardare gli investimenti fatti dagli attuali affidatari, i bandi saranno strutturati in modo da offrire loro una posizione di vantaggio. Inoltre, in caso di perdita delle concessioni, verranno proposti rimborsi parziali per compensare gli investimenti effettuati nel tempo.
Questa strategia, tuttavia, deve ancora ricevere l’approvazione di Bruxelles. La Commissione Europea, infatti, ha già inviato una lettera a Palazzo Chigi, esprimendo preoccupazioni e avviando l’ultima fase della procedura di infrazione per violazione della direttiva Bolkenstein. La lettera critica anche i risultati di un tavolo tecnico istituito dal governo italiano per la mappatura delle spiagge, contestando la valutazione delle aree in cui è possibile fornire servizi di concessione balneare.
Il governo sostiene che solo un terzo delle spiagge italiane è occupato da concessioni demaniali, lasciando liberi due terzi della costa per le nuove gare. Tuttavia, l’UE ha sollevato dubbi sull’effettiva utilizzabilità di queste aree, poiché alcune potrebbero essere inutilizzabili per cause naturali, o perché sedi di porti e strutture industriali, o perché protette.
In precedenza, già nell’aprile dello scorso anno, la questione delle concessioni balneari era stata discussa in un incontro tra la premier Giorgia Meloni e il commissario al mercato Interno Thierry Breton. La situazione si è complicata dopo che la Corte di Giustizia europea ha bocciato il rinnovo automatico delle concessioni, intensificando le trattative e i rapporti con Bruxelles.
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