Il TAR boccia l’ordinanza di Salvini sulla precettazione dello sciopero e lo condanna al pagamento delle spese legali. Ecco cosa è successo!
Il Tribunale Amministrativo Regionale del Lazio ha dichiarato illegittima la precettazione dello sciopero indetta dall’Unione Sindacale di Base (USB) il mese scorso. Questa decisione rappresenta una sconfitta per il ministro dei Trasporti Matteo Salvini, che ora dovrà pagare le spese legali stabilite in 2500 euro per ciascuna organizzazione ricorrente.
Secondo la sentenza del TAR, Salvini ha esercitato il potere di precettazione senza che ricorressero i presupposti di “urgenza e necessità” richiesti dalla legge. Inoltre, la Commissione di garanzia aveva giudicato lo sciopero pienamente regolare, rendendo quindi ingiustificata l’ordinanza ministeriale. Il tribunale ha ribadito che il diritto di sciopero, sancito dalla Costituzione, non può essere limitato arbitrariamente, e ha definito illegittimo l’intervento del ministro.
Il sindacato USB ha accolto con soddisfazione la decisione, definendola una vittoria per il diritto dei lavoratori. In un comunicato, ha accusato Salvini di cercare visibilità politica attraverso interventi contro il diritto di sciopero, ignorando i veri problemi del trasporto pubblico. Secondo USB, il ministro “tenta di compiacere le associazioni padronali” anziché affrontare le difficoltà strutturali del settore.
Non è la prima volta che il TAR interviene contro Salvini su questo tema. Già in passato, un altro sciopero precettato dal ministro era stato giudicato illegittimo, sebbene la sentenza fosse arrivata a danno ormai fatto. USB avverte che, con i contratti sfavorevoli in vista per il trasporto pubblico, i motivi per nuove proteste potrebbero aumentare. Il sindacato promette di continuare a contrastare qualsiasi abuso di potere che tenti di limitare il diritto di sciopero.
E voi, cosa ne pensate? È giusto limitare gli scioperi per garantire i servizi pubblici o si tratta di una violazione dei diritti dei lavoratori? Condividete la vostra opinione nei commenti.