Prosegue il Processo Covid con nuove deposizioni. Conte ha colmato il vuoto di memoria davanti ai giudici, Speranza si difende e scarica su Crisanti.
Processo Covid: nuove deposizioni di Conte e Speranza
Il 10 maggio, l’ex premier Giuseppe Conte ha spiegato davanti ai giudici perché disse “ci penserò” a chi proponeva la zona rossa in Val Seriana. L’ex ministro della Salute Roberto Speranza ha, invece, contestato la ricostruzione di Crisanti, consulente dei pubblici ministeri.
Davanti ai giudici di Brescia, Conte ha colmato quel vuoto di memoria manifestato nel primo interrogatorio al tribunale dei ministri di Roma. Il legale di Conte, Caterina Malavenda, ha spiegato che l’ex premier ha commentato la nota informale del 2 marzo. Una nota che il 12 giugno (durante la sit) non aveva e che neanche i magistrati avevano.
Processo Covid: il ‘vuoto di memoria’ di Conte
Spieghiamo meglio cosa si intende per vuoto di memoria di Conte riportando la ricostruzione di Agostino Miozzo, ex membro del Cts. Anche Miozzo è indagato nell’inchiesta Covid.
Ricorda che il 2 marzo 2020 Conte si incontrò con Silvio Brusaferro, presidente dell’Istituto Superiore di Sanità, in una riunione informale. La zona rossa a Codogno e negli altri comuni del Lodigiano era stata istituita più di una settimana prima. I contagi aumentavano rapidamente, si invocavano chiusure rigide come quelle effettuate in altre zone lombarde.
Durante la riunione informale, Conte doveva decidere tra aspettare o chiudere Alzano e Nembro (ai danni dei proprietari delle attività produttive di “locomotiva d’Italia”). Decise per l’attesa. Conte avrebbe risposto: “Ci penserò. La zona rossa va usata con massima parsimonia”.
L’attesa di Conte avrebbe causato oltre 4mila morti in quelle zone, secondo una consulenza firmata dal virologo Antonio Crisanti. Quei morti si sarebbero potuti evitare.
La difesa di Conte ha ricordato che, in quei giorni, i contagi risultavano altissimi in altre zone. Il 7 marzo si decise per la chiusura di tutta la Lombardia e, qualche ora dopo, di tutta l’Italia. Il difensore di Conte, Malavenda, ha ribadito che il suo assistito ha spiegato tutto ciò che è accaduto dal 26 febbraio al 6 marzo riguardo alla mancata zona rossa. Ha già risposto a tutte le domande.
Processo Covid: la difesa di Roberto Speranza
Roberto Speranza, ex ministro della Salute, è stato interrogato subito dopo Conte. Gli viene contestato il rifiuto d’atti d’ufficio per la mancata firma del piano pandemico del 2006. Pur essendo un piano inadeguato, contiene indicazioni importanti per contrastare il Covid come tamponi ed organizzazione dei posti letto negli ospedali.
Il legale di Speranza, Guido Calvi, ha evidenziato che quel piano è completamente ininfluente per combattere la pandemia del Covid-19. Ha anche sottolineato che il 5 gennaio l’Oms ha emanato una semplice raccomandazione come ha fatto in seguito il 15 gennaio.
L’Oms ha indicato di passare ad un piano avanzato per contenere l’emergenza sanitaria soltanto il 30 gennaio 2020. A quel punto, Speranza non ha perso tempo, tanto che ha firmato il provvedimento il 1° febbraio.
Il tribunale dei ministri, ora, ha 90 giorni di tempo per decidere se inviare gli atti al procuratore di Brescia oppure archiviare l’indagine.
Che ne pensate di queste dichiarazioni? A voi i commenti!