I nuovi partiti politici che via via si stanno formando, hanno toccato un argomento che sta a cuore a milioni di persone: la pensione. Ecco chi potrà prenderla nel 2023!
Riforma delle pensioni: ecco cosa pensano i partiti politici
Promuovere delle riforme al giorno d’oggi non è facile, in quanto non tutti sanno che per attuarle sono necessari dei fondi. È proprio per questo motivo che la maggior parte dei partiti politici sta tergiversando sull’argomento, soprattutto in vista di quelle che saranno le elezioni anticipate del 25 settembre.
È comunque molto importante intervenire, in quanto gli ultimi dati hanno classificato l’Italia come il Paese con più costi relativi al sostentamento delle pensioni.
Ancora non sappiamo quali saranno gli scenari che si delineeranno sulle pensioni nei prossimi mesi, in quanto hanno la stessa possibilità la Quota 102, la Quota 41 oppure la Legge Fornero integrale.
È doveroso, inoltre, ricordare tutte quelle opzioni che potrebbero favorire l’uscita dal mondo del lavoro per determinate categorie, come ad esempio le donne. Al momento però, si brancola nel buio, in quanto si hanno ben poche certezze in merito a quello che potrà accadere nei prossimi mesi.
Cosa potrebbe succedere se non vengono riformate le pensioni?
Il tempo per agire è davvero molto poco, in quanto dal 31 dicembre entreranno in atto dei cambiamenti per quanto riguarda il settore delle pensioni.
In attesa di nuove riforme, potrebbe tornare in vigore la Legge Fornero, che prevede la possibilità di andare in pensione raggiunti i 67 anni di età e il versamento di almeno 20 anni di contributi. Per quanto riguarda, invece, la pensione anticipata è doveroso aver versato almeno 42 anni e 10 mesi di contributi, a prescindere dall’età del soggetto che richiede il trattamento.
Dal 31 dicembre in poi, non sarà più possibile andare in pensione con la Quota 102 e quindi sarà davvero importante trovare un sistema che possa ridurre l’incertezza in questo settore.
Quali sono le principali proposte dei partiti politici sull’argomento?
Sicuramente il tema delle pensioni è molto delicato ed è per questo che deve essere approfondito con tutto il rispetto possibile. Proprio per questo motivo, il Governo di Mario Draghi aveva deciso di optare per la flessibilità, ricalcolando il metodo contributivo del singolo soggetto.
Ora i vari partiti politici hanno proposto diverse soluzioni, ognuna delle quali mira a soddisfare dei requisiti diversi. Secondo il Partito Democratico infatti, è bene prendere in considerazione alcune opzioni per mandare in pensione persone che svolgono lavori impegnativi e gravosi. Così facendo i giovani potrebbero iniziare prima la loro carriera e non svolgere la loro mansione fino ai 70 anni di età.
Il Movimento Cinque Stelle invece, preferisce concedere la pensione a 63 anni laddove i contributi versati permettessero tale opzione, mentre la Lega è favorevole all’adozione della Quota 41. La Meloni condivide pienamente questa scelta, anche se ha paura che i costi troppo elevati possano far fallire la riforma.
Forza Italia invece, non vede l’ora di poter ottenere i voti per concedere un aumento sulla pensione degli italiani. Infine, ma non meno importante, la coalizione di Carlo Calenda e Matteo Renzi, che consigliano la Legge Fornero con ampie fasce di flessibilità.
Secondo voi quali riforme devono essere prese in considerazione per agevolare i tempi della pensione? A che età sarebbe indicato concedere tale privilegio gli italiani? A voi i commenti!