Il Governo Meloni ha avviato la proceduta per l’arrivo imminente di una nuova riforma importantissima: verrà modificato l’Irpef. Ecco in che modo!
Il governo Meloni si prepara a introdurre nuove modifiche all’Irpef nel 2025, puntando a una riduzione delle tasse per chi guadagna di più. Dopo aver implementato una riforma che ha ridotto l’Irpef a tre aliquote nel 2024, l’obiettivo ora sembra essere quello di abbassare ulteriormente la pressione fiscale sui redditi più alti, in particolare per coloro che superano i 35mila euro all’anno.
Le trattative sulla manovra finanziaria sono ormai in pieno svolgimento, e il governo sta cercando di capire come destinare le risorse disponibili. Gran parte dei fondi sarà utilizzata per mantenere misure già in atto, come il taglio del cuneo fiscale, che richiederà oltre dieci miliardi di euro, quasi la metà del totale stimato per la legge di bilancio. La riforma dell’Irpef, che è costata circa 4 miliardi, potrebbe essere estesa e modificata per favorire ulteriormente i redditi più alti.
La riforma attuale prevede tre aliquote Irpef: il 23% per i redditi fino a 28mila euro, il 35% per quelli tra 28mila e 50mila euro, e il 43% per chi supera questa soglia. Questa struttura ha permesso uno sconto del 2% per chi guadagna sopra i 15mila euro, con un risparmio massimo di 240 euro annui per i redditi tra 28mila e 50mila euro. Tuttavia, oltre questa fascia, lo sconto è stato neutralizzato da una riduzione equivalente delle detrazioni fiscali.
Ora, l’intenzione del governo è di ridurre ulteriormente le imposte per chi guadagna sopra i 35mila euro, potenzialmente fino ai 50mila euro e oltre. Una delle ipotesi al vaglio è quella di abbassare leggermente la seconda aliquota, che attualmente è al 35%, agevolando così chi ha un reddito superiore a 28mila euro. L’obiettivo a lungo termine è di arrivare a un sistema con sole due aliquote, ma ciò potrebbe non essere raggiungibile nel 2025.
Il principale ostacolo rimane sempre lo stesso: trovare i fondi necessari per finanziare questi interventi. Il governo punta molto sul concordato preventivo biennale, reso più attraente per chi ha evaso in passato. Le partite Iva che accettano di aderire pagheranno l’Irpef su un reddito stabilito dal Fisco, evitando controlli per due anni. La scadenza per aderire è fissata al 31 ottobre, e solo successivamente il governo avrà un quadro chiaro delle risorse disponibili.
Il futuro dell’Irpef dipenderà quindi dall’efficacia di queste misure, e dalla capacità del governo di bilanciare la riduzione delle tasse con la necessità di finanziare la manovra.
Cosa ne pensate di queste possibili modifiche all’Irpef? Saranno davvero un beneficio per la maggioranza dei contribuenti? Lasciate un commento con le vostre opinioni.