Il governo Meloni sta valutando possibili tagli ai bonus nella Manovra 2025. Agevolazioni a rischio? Ecco quali!
Per reperire le risorse necessarie alla legge di bilancio 2025, il governo Meloni potrebbe intervenire sugli sconti fiscali, noti anche come “tax expenditures”. Tuttavia, scegliere quali eliminare senza toccare settori cruciali si rivela un compito arduo. Una strategia possibile potrebbe essere un taglio ‘lineare’ delle detrazioni fiscali, basato sul reddito dei contribuenti.
Tra le priorità della prossima legge di bilancio ci sono alcune certezze: la riconferma del taglio del cuneo fiscale e la riduzione dell’Irpef a tre aliquote. Tuttavia, i fondi disponibili potrebbero non bastare a coprire tutte le esigenze, rendendo probabile la necessità di ridurre alcuni bonus. Il presidente della commissione Finanze alla Camera, Marco Osnato, ha recentemente sottolineato l’esistenza di una “selva” di incentivi e deduzioni fiscali, alcuni dei quali essenziali, come le deduzioni per spese mediche, mentre altri appaiono ormai superflui.
L’idea di ridurre questa “selva” di bonus fiscali per recuperare fondi non è nuova; se ne discuteva già l’anno scorso, ma senza risultati concreti. Il problema principale è che i bonus fiscali coprono ambiti estremamente variegati. Le stime parlano di circa 625 agevolazioni, che nel 2023 sono costate allo Stato 105 miliardi di euro. Secondo alcuni dossier, il numero potrebbe addirittura superare i 740.
Molte di queste agevolazioni sono considerate troppo rilevanti per essere eliminate, come le detrazioni per le spese sanitarie o per i figli. Tuttavia, altre riguardano categorie ristrette di persone, spesso create da governi precedenti per soddisfare specifici gruppi elettorali. Alcuni di questi sconti fiscali costano meno di dieci milioni di euro all’anno, il che renderebbe il loro impatto relativamente contenuto. Tuttavia, per ottenere un risparmio significativo, sarebbe necessario cancellarne molti, anche se il loro valore complessivo ammonta a soli 400 milioni di euro.
Se il governo volesse ottenere risparmi maggiori, potrebbe dover riconsiderare alcune delle detrazioni fiscali più rilevanti. Tuttavia, la riforma fiscale dell’esecutivo ha stabilito di non toccare agevolazioni legate a lavoro, pensioni, imprese, famiglia, salute, disabilità, arte, cultura, ambiente, ricerca, istruzione e innovazione, ossia quasi tutte le categorie principali.
Con il termine del 20 settembre per presentare alla Commissione europea il Piano strutturale di bilancio, che definirà il programma fiscale per i prossimi cinque anni, i lavori su queste misure stanno accelerando. Una delle ipotesi sarebbe quella di tagliare le detrazioni direttamente in fase di calcolo dell’Irpef, con un aumento dell’imposta da versare. Questo metodo, già applicato ai redditi superiori ai 50mila euro con una riduzione di 240 euro, potrebbe ora essere esteso a tutti, sebbene in misura minore.
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