La villa di Daniela Santanchè finisce di nuovo in pegno per salvare Visibilia dal fallimento. Un edificio liberty nel centro di Milano che vale 6 milioni.
Daniela Santanchè offre la villa da 6 milioni per evitare il crac di Visibilia
La ministra del Turismo Daniela Santanchè aveva già messo in pegno la sua villa da 6 milioni nel centro di Milano nel 2016. All’epoca aveva perso una causa per diffamazione contro l’Ucoii. Ora ci riprova per il salvataggio della sua società editoriale Visibilia, gravata di debiti milionari.
Con un atto notarile del 23 maggio la ministra ha vincolato, per garantire i creditori di Visibilia Srl, la villa in centro a Milano con un piano di ristrutturazione del debito presentato in Tribunale.
Le vicende della società sono al centro di un’inchiesta della Procura di Milano, secondo quanto riporta il quotidiano Domani.
Il vincolo di destinazione può garantire soltanto tre debiti della ristrutturazione verso Prelios credit servicing spa, Visibilia Editrice srl e l’Agenzia delle Entrate.
La villa di 642 metri quadrati, divisa in più livelli, dal valore stimato in circa 6 milioni di euro, è stata acquistata nel 2004 al prezzo di 12 milioni di euro. La lussuosa palazzina di tre piani più il seminterrato dispone di un piano con vasca e bagno turco in zona fitness.
Nel frattempo, la Procura di Milano sta indagando anche su Ki Group e Negma. Quest’ultimo è il fondo arabo che ha coperto le aziende garantendo liquidità. L’ipotesi è quella di aggiotaggio.
Report ricostruisce i prestiti delle banche a Visibilia
Report ha dedicato uno special alla ministra Santanchè e ai debiti di Visibilia che, a partire dal 2011, è esposta con le banche per 15 milioni di euro. In un’inchiesta su Bpm, emerge l’esposizione di 2,8 milioni di euro.
In quel periodo, la Santanché ha acquistato insieme al suo ex compagno Canio Mazzaro la Ki Group, anche grazie ad un prestito erogato da Monte dei Paschi di Siena.
Nel giro di 9 anni, tra Ki Group e Bioera, la parlamentare e Mazzaro hanno raccolto 23 milioni di euro dai piccoli azionisti. Di questi 23 milioni, 9 sono serviti come emolumenti per le loro cariche sociali ricoperte nel corso degli anni. Alla fine, a rimetterci sono stati i dipendenti di Ki Group, che sono rimasti senza stipendi e TFR.
Che ne pensate della Santanchè? A voi i commenti!