L’Italia rischierebbe una maxi multa sulle concessioni balneari. Bruxelles ha inviato una missiva a Roma con la procedura di infrazione per violazione della direttiva Bolkenstein, ma non solo. Le infrazioni sarebbero due: ecco i dettagli della missiva.
Concessioni balneari: secondo richiamo UE per l’Italia
La Commissione Europea ha spedito all’Italia una lettera contenente un parere motivato in merito alle concessioni balneari. Si tratta del proseguimento della lettera di messa in mora inviata nel 2020. L’annuncio è stato dato dalla portavoce al mercato interno Johanna Bernsel. Si tratterebbe del secondo step della procedura d’infrazione verso il Bel Paese per violazione della direttiva europea sulle concessioni balneari. Il parere motivato della Ue è visibile nella pagina web della commissione che include e aggiorna gli atti riguardanti le procedure di infrazioni aperte.
Questa volta, però, la decisione della Ue compare sul database delle infrazioni, ma non ancora nel comunicato stampa comunitario che il Giovedì fornisce i nuovi aggiornamenti relativi alla procedura. Ciò significa che il parere motivato non è condivisibile, almeno per il momento. L’Italia avrà due mesi di tempo per rispondere al comunicato ed effettuare i passi necessari per l’adeguamento alla direttiva Bolkestein. La portavoce della Commissione Europea ha precisato che il parere motivato non pregiudicherebbe le trattative future con il Bel Paese. Ha poi spiegato che la UE preferisce accordarsi con gli Stati membri piuttosto che portarli in giudizio.
La Commissione europea si è espressa anche in merito all’esito del tavolo tecnico sulle concessioni, diffuso dal Governo nel mese di Ottobre. Seguendo la mappatura delle spiagge, le zone del demanio marittimo occupato dai balneari corrispondono al 33% delle aree disponibili. Bruxelles non approva questo calcolo poiché il riferimento non riguarderebbe solo le aree di spiaggia disponibili ma la totalità demaniale che comprende basi militari, porti, parchi naturali, aree marine protette, zone di costa rocciosa e aree industriali.
La UE chiede all’Italia di mettere a gara la gestione degli stabilimenti balneari, adeguandosi alla normativa sulla libera concorrenza. Il regolamento europeo stabilisce che le autorizzazioni per beni limitati per la scarsità delle risorse naturali, come nel caso delle spiagge, devono essere rilasciate per periodi determinati mediante bandi pubblici. Nel nostro Paese, invece, è stato adottato il rinnovo automatico delle concessioni, causando un danno notevole alle casse dello Stato.
Parere motivato anche sull’assegno unico
La commissione avrebbe anche deciso di procedere con un parere motivato anche nei confronti dell’assegno unico, ma non solo. Il Governo, infatti avrebbe ricevuto una terza lettera riguardante i mancati pagamenti della pubblica amministrazione in riferimento alla strumentistica per le indagini criminali. Per quanto riguarda l’assegno unico, nel mese di Marzo 2022 il Governo ha introdotto questa nuova misura per i figli a carico. Possono beneficiare del sostegno soltanto coloro che sono residenti da almeno due anni in Italia e che vivono nello stesso nucleo familiare dei loro figli.
Secondo la commissione, questa normativa violerebbe il diritto dell’Ue, poiché non tratta equamente i cittadini. Si tratterebbe, quindi, di una provvedimento discriminatorio. Il regolamento, peraltro, vieta ogni requisito di residenza per poter percepire sostegni di sicurezza sociale, quali gli assegni familiari. Il parere motivato e il proseguimento di una lettera di costituzione in mora spedita al nostro Paese nel mese di Febbraio 2023. Secondo la Commissione europea, l’Italia non avrebbe risposto in modo esaustivo alle preoccupazioni sollevate. Ora il Governo italiano ha due mesi di tempo per rispondere e adottare i provvedimenti necessari. In caso contrario la commissione potrà decidere di rimandare il caso alla Corte di Giustizia dell’Unione europea. Riuscirà il Governo a evitare il deferimento? A voi i commenti!