Recentemente è stata fatta una scoperta sensazionale per quanto riguarda le Piramidi egizie: è stato risolto un enigma pluri-millenario. Ecco di cosa si tratta!
Il mistero che avvolge la costruzione delle piramidi d’Egitto, che per secoli ha stimolato l’immaginario popolare e scientifico, sembra essere stato in parte svelato grazie a recenti scoperte archeologiche. Un team internazionale di ricercatori, guidato dalla dottoressa Eman Ghoneim dell’Università della Carolina del Nord a Wilmington, ha utilizzato avanzate tecnologie satellitari per indagare questo enigma.
Le piramidi, tra cui quelle famose di Giza – Chefren, Cheope e Micerino – rappresentano una meraviglia ingegneristica dell’antichità. Fino ad oggi, sono state identificate circa 120 piramidi lungo il Nilo, culla della civiltà egizia. La dottoressa Ghoneim e il suo team, impiegando immagini radar ad apertura sintetica (SAR), analisi geofisiche e campionamenti del terreno, hanno scoperto un ramo ormai estinto del fiume Nilo, denominato “Ramo di Ahramat”, che in arabo significa “via delle piramidi”.
Questa scoperta suggerisce che il Ramo di Ahramat, estendendosi per 100 chilometri e scorrendo parallelo alla sequenza di antiche strutture, potrebbe essere stato utilizzato per trasportare i materiali necessari alla costruzione delle piramidi e per il movimento della forza lavoro. La presenza di questo corso d’acqua, già ipotizzata ma mai precisamente localizzata, offre un nuovo punto di vista sull’ubicazione delle piramidi lungo la pianura alluvionale del Nilo.
Sebbene rimangano domande sul periodo di attività di questo corso d’acqua e le cause della sua scomparsa, la sua precisa localizzazione rafforza la teoria che le piramidi siano state erette grazie a un imponente sforzo lavorativo e a un sofisticato sistema di navigazione. La delimitazione del Ramo di Ahramat potrebbe anche condurre alla scoperta di ulteriori piramidi e insediamenti antichi sepolti nel deserto egiziano.
Questo canale, che attraversava 38 siti piramidali, era parte di un complesso sistema idrico, ora sepolto dai cambiamenti climatici e geografici nel corso dei millenni. Per esempio, la Grande Piramide di Giza è costituita da circa 2,3 milioni di blocchi di calcare, ognuno del peso di circa 2.500 kg. Anche se il metodo preciso impiegato per sovrapporre questi blocchi rimane incerto, ora si ha maggiore chiarezza su come siano stati trasportati sul sito.
Questa ricerca non solo chiarisce alcuni aspetti della costruzione delle piramidi, ma apre anche nuove strade per ulteriori indagini archeologiche nell’antico Egitto. Cosa ne pensate? A voi i commenti!