La legge di conversione del decreto Milleproroghe porta novità in ambito pensionistico. E’ in arrivo la pensione anticipata di 7 anni che non è per tutti. Ecco come funziona.
Pensione anticipata di 7 anni: di che si tratta
Le pensioni con 7 anni di anticipo in arrivo fanno parte dell’Isopensione ‘Fornero’ valida fino al 30 novembre 2026 per una durata massima di 7 anni. E’ prevista per le aziende con eccedenza di personale.
L’articolo 9, comma 5-bis introdotto nella legge di conversione al Senato aumenta la platea di candidati all’Isopensione. Per i lavoratori da accompagnare alla pensione, i datori di lavoro dovranno sostenere un costo oneroso. L’azienda deve anticipare al lavoratore la pensione maturata fino al momento dell’esodo. Tutto questo finché non matureranno gli effettivi requisiti per il trattamento pensionistico ordinario.
Pensioni anticipate di 7 anni: chi ne ha diritto e come funziona
Il decreto Milleproroghe prolunga il meccanismo introdotto nel 2021 dalla Legge Fornero. Possono accedere all’Isopensione soltanto le aziende con oltre 15 dipendenti. L’obiettivo è incentivare l’esodo dei dipendenti più anziani in caso di eccedenza di personale.
Come ha chiarito il Corriere della Sera, l’onere dell’uscita anticipata dal lavoro è a totale carico dell’azienda esodante. Il datore di lavoro versa all’Inps gli importi dell’assegno di esodo (sostitutivo della pensione) più i relativi contributi.
Nel periodo dell’Isopensione, il lavoratore percepisce l’assegno sostitutivo e relativi contributi versati dal datore di lavoro. Tale meccanismo durerà fino alla maturazione dei requisiti anagrafici e minimi per accedere alla pensione anticipata vera e propria o a quella di vecchiaia.
In effetti, sarebbe più corretto definire l’Isopensione come una forma di prepensionamento, non di pensione anticipata. Va a compensare lo stipendio ‘perso’ dal lavoratore a seguito dell’interruzione anticipata del rapporto di lavoro finché non raggiunge la pensione.
L’Isopensione in dettaglio
Per innescare il meccanismo dell’Isopensione, il datore di lavoro deve necessariamente stipulare accordi con i sindacati cui aderiscono i lavoratori interessati alla misura. Allo stesso tempo, deve accettare la fine del rapporto di lavoro. Per trasformare la prestazione di esodo in pensione, l’azienda è tenuta a presentare nei tempi previsti la domanda di pensione all’Inps.
Mensilmente, il datore di lavoro versa l’importo dell’Isopensione e dei contributi figurativi. Dovrà anche predisporre una fideiussione bancaria a garanzia del debito, che allegherà alla richiesta da inviare all’Inps per via telematica. Naturalmente, la fideiussione bancaria non sarà necessaria se il versamento della prestazione avverrà in un’unica soluzione.
Non adempiendo agli obblighi previsti, l’Istituto emetterà un avviso riscuotendo in modo coattivo il credito dopo 180 giorni.
Che ne pensate dell’Isopensione? A voi i commenti!