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NASpI 2023, Nuove Regole Inps: A Chi Spetta, Chi Rischia Di Perderla!

Con una circolare l’Inps ha chiarito certi aspetti sulla modalità di accesso alla NASpI 2023. E’ importante conoscere le novità in merito all’indennità di disoccupazione.

 

In particolare, bisogna scoprire certi dettagli che riguardano la fine involontaria del rapporto di lavoro, specie in caso di dimissioni per giusta causa. Ecco a chi spetta e chi rischia di perderla.

NASpI 2023: cosa dice la normativa

Con la nota del 10 febbraio l’Inps chiarisce la normativa relativa alla fine involontaria del rapporto di lavoro, ovvero in caso di dimissioni per giusta causa o disoccupazione non voluta.

La norma in questione precisa che le eventuali dimissioni del lavoratore nel periodo di sospensione si intendono rassegnate per giusta causa. L’effetto delle dimissioni parte dalla data di apertura della liquidazione giudiziale, quindi è retroattivo rispetto al momento in cui vengono rassegnate.

Le dimissioni del lavoratore rassegnate per giusta causa rappresentano una perdita involontaria dell’occupazione. Ecco perché è possibile accedere all’indennità di disoccupazione NASpI.

Visto che l’effetto è retroattivo, il legislatore ha stabilito un termine per la richiesta della NASpI. La domanda deve essere presentata, pena la decadenza, entro 68 giorni dalla data di cessazione del rapporto di lavoro.

L’assicurato, al momento della presentazione della domanda di NASpI, dovrà allegare la lettera di dimissioni/licenziamento.

Dimissioni per giusta causa: tempistiche per fare domanda della NASpI

Le dimissioni per giusta causa possono essere presentate a seguito di una sentenza. In questo caso, per dare modo al lavoratore di presentare un’ulteriore domanda nel periodo di sospensione, il termine di 68 giorni per fare richiesta della NASpI non decorre dalla data di cessazione del rapporto lavorativo ma dalla data in cui rassegna le dimissioni. Superato questo termine, scatta la decadenza.

Il termine di 68 giorni vale anche in altri due casi, secondo quanto ha chiarito l’Inps.

In caso di recesso del curatore, parte dalla data in cui la comunicazione dello stesso curatore perviene al lavoratore.

In caso di risoluzione di diritto, decorre dalla data in cui il rapporto è risolto secondo la legge.

La risoluzione di diritto avviene quando decorre il termine di 4 mesi dalla data di apertura della liquidazione giudiziale. Il decorso dei 4 mesi si intende a prescindere se il curatore abbia comunicato o meno il subentro.

Non rispettando i suddetti termini, il richiedente rischia il non riconoscimento della NASpI.

Che ne pensate delle nuove regole NASpI 2023? A voi i commenti!