I dati Istat avrebbero registrato risultati molto positivi riguardanti i contratti occupazionali stipulati nell’ultimo periodo in Italia. Ecco i numeri dei nuovi progressi.
Aumentano i contratti di lavoro: smacco agli uccelli del malaugurio
Le informazioni riguardanti la crescita dell’occupazione in Italia sono molto confortanti. Nel secondo trimestre del 2023 gli occupati sarebbero aumentati, rispetto al primo trimestre, dello 0,6%. La crescita dei dipendenti a tempo indeterminato avrebbe registrato lo 0,8% contro lo 0,5 % degli indipendenti. Tali risultati avrebbero compensato un calo dei contratti a termine corrispondente allo 0,8% in 3 mesi.
Questi numeri rappresenterebbero un calo della disoccupazione equivalente al 3,2%. Per quanto riguarda i soggetti inattivi di età compresa tra i 15 e i 64 anni si sarebbe registrata una diminuzione pari allo 0,5%. Conseguentemente l’occupazione sarebbe salita del 61,3%, registrando un aumento di 0,3 punti. Il tasso di disoccupazione, invece, sarebbe sceso al 7,6%, calando di 0,3 punti.
Per quanto riguarda il tasso di inattività tra i 15 e i 64 anni, avrebbe registrato una diminuzione, assestandosi al 33,5%. Anche il confronto con l’anno precedente avrebbe dato ottimi risultati. Sembrerebbe, infatti, che il tasso di occupazione sia aumentato di 1.2 punti percentuali rispetto al 2022. In riferimento al lavoro femminile sarebbero stati confermati dati altissimi nel post Covid. Il tasso di attività del 57,4%, relativo ad Aprile 2023, supera i risultati attestati nel periodo pre-pandemico.
Lo stesso discorso vale per il tasso di occupazione che attualmente raggiunge il 52,3%. Il percorso intrapreso dal Governo Meloni sarebbe dunque quello giusto. A tal proposito Tommaso Foti, capogruppo di Fratelli d’Italia alla Camera, avrebbe confermato i dati positivi del rapporto Istat. Avrebbe poi fatto riferimento alla ripresa dell’economia italiana, definendo uccelli del malaugurio coloro che gioiscono alla minima contrazione del PIL. Secondo le parole di Foti, l’obiettivo del Governo sarebbe quello di garantire la qualità del lavoro, mettendo da parte misure assistenzialistiche come il reddito di cittadinanza.
Tasso occupazionale in aumento: il lavoro del Governo
Nel mese di Giugno 2023 l’Istat ha registrato 82.000 posti di lavoro in più nonostante la lieve contrazione del PIL allo 0,3%. Dopo mesi di grande negatività sono cresciuti i contratti a tempo determinato. Contemporaneamente è sceso il numero dei lavoratori autonomi. Ovviamente bisognerà attendere i dati del prossimo trimestre, ma si potrebbe già ipotizzare che la crescita sia dovuta al Decreto lavoro variato.
Per quanto riguarda i vari lavoratori autonomi, questi avrebbero perso nel mese di Giugno più di 14.000 unità. Il tasso di occupazione femminile invece sarebbe salito al 52,6%, risultato però ancora inferiore a quello degli altri Paesi europei. La crescita occupazionale prevede una serie di benefici, determinando il miglioramento delle condizioni economiche a livello familiare o individuale. Ciò favorirebbe lo sviluppo dell’economia interna, riducendo il rischio di esclusione sociale. Offrirebbe, inoltre, un contributo al benessere psicologico della popolazione.
I progressi della situazione occupazionale potrebbero determinare, infatti, un miglioramento della qualità di vita delle persone attraverso un percorso professionale e personale. Ovviamente non può essere trascurato l’aspetto del costo del lavoro che, nel primo trimestre 2023, ha raggiunto i valori storici più alti. I numeri sopracitati confermerebbero il buon operato del Governo Meloni che, fin dall’inizio, ha cercato di trovare nuove scappatoie per contribuire alla crescita del Paese. Ciò confermerebbe che il percorso intrapreso dal Governo sia quello giusto: siete d’accordo anche voi?