Sono numerosissimi i titoli in borsa italiani, ma solo con alcuni si ha la possibilità di fare il boom, secondo alcuni esperti. Ecco quali!
Negli ultimi anni, l’interesse verso i titoli di Stato italiani, come BoT e BTp, ha registrato una crescita notevole, diventando un punto di riferimento sia per le famiglie che per gli investitori istituzionali. Il lancio del nuovo BTp a 15 anni il 31 gennaio, con scadenza al primo ottobre 2039, ha visto una richiesta eccezionale, superando i 76 miliardi di euro da parte degli investitori istituzionali. Questo dato sottolinea un rinnovato interesse verso gli investimenti in titoli di Stato, evidenziando un’ampia partecipazione di diversi attori del mercato.
La crescita della quota di titoli detenuti dalle famiglie, che è più che raddoppiata negli ultimi due anni, testimonia una marcata accelerazione nel 2023. Questo aumento si è verificato in un contesto caratterizzato da inflazione e da rendimenti bassi offerti dai depositi bancari e dai conti correnti, spingendo i risparmiatori a orientarsi verso forme di investimento più redditizie, ma comunque sicure e affidabili. La situazione economica e finanziaria ha quindi favorito il ritorno dei cosiddetti “BoT/BTp people”, individui che scelgono di investire in titoli di Stato per la loro sicurezza e per il rendimento relativamente attrattivo in un contesto di incertezza economica.
Il contesto macroeconomico dell’Italia, con una crescita del PIL dello 0,5% nel 2023, contrasta con la recessione in Germania e ha influenzato positivamente lo spread BTp-Bund, che si è stabilizzato intorno ai 150 punti base. Questa situazione riflette una maggiore fiducia nel debito italiano e una percezione di rischio ridotto da parte degli investitori.
Dopo due anni difficili per il mercato obbligazionario, segnati da rialzi significativi dei tassi di interesse da parte della BCE, si assiste ora a un’inversione di tendenza, con aspettative di tagli dei tassi nei prossimi anni. Questo scenario apre a nuove opportunità di investimento, ma richiede cautela, soprattutto per quanto riguarda la scelta della durata dei titoli. Gli investitori sono incoraggiati a orientarsi verso durate medie, tra i 3 e i 7 anni, per mitigare i rischi legati all’evoluzione dei tassi di interesse e al contesto macroeconomico.
In conclusione, l’aumento dell’interesse verso i titoli di Stato italiani riflette una combinazione di fattori economici e finanziari che spingono sia le famiglie che gli istituzionali a considerare questi strumenti come opzioni valide per il proprio portafoglio di investimenti. Questo fenomeno evidenzia la ricerca di sicurezza e rendimento in un periodo di incertezze, segnando un momento di rinascita per il mercato obbligazionario italiano.
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