Gli italiani si devono sempre adeguare a dei grandi cambiamenti, anche per quanto riguarda i buoni pasto. Ma cosa devono sapere i lavoratori che prima non sapevano?
La nuova legge sui buoni pasto: cosa cambierà
Il Decreto Aiuti ha promosso una nuova riforma che andrà a rivoluzionare l’acquisto e la concessione dei buoni pasto. Questo perché, finora, le spese sostenute dagli esercenti sono state sempre molto alte, comportando una grande perdita di denaro in caso di utilizzo del buono.
Si è così deciso di stabilire un tetto che non potrà superare il 5% del valore dello stesso. Questa decisione deriva dalle proteste degli ultimi tempi, per non parlare poi dei vari scioperi rivolti a coloro che hanno deciso di non accettare questa forma di pagamento.
In alcuni casi le commissioni sono arrivate al 20% del totale del buono, facendo sì che alcuni commercianti decidessero di non concedere il pagamento della spesa tramite questa risorsa.
Il problema delle commissioni sui buoni pasto
La maggior parte delle aziende italiane mette a disposizione dei propri dipendenti un sistema di pagamento in grado di tutelare il servizio mensa.
Ovviamente ci riferiamo ai buoni pasto, dei ticket che possono avere vari importi e che vengono realizzati da alcune ditte per essere utilizzati dai dipendenti come forma di pagamento.
Chi accetta il pagamento in ticket deve poi devolvere lo stesso all’azienda che lo ha prodotto per ottenere un rimborso, anche se non si avrà mai la piena cifra poiché da questa bisognerà detrarre la commissione.
Qualche tempo fa questa si aggirava intorno al 3% ma, con il passare del tempo, è cresciuta sempre più, comportando un alto livello di disagio. Così facendo molte persone hanno scelto di non accettare più questa risorsa di pagamento per non rimetterci più.
La volontà di fissare le commissioni al 5%
Grazie alle diverse novità formulate dal Decreto Aiuti, prossimamente i buoni pasto vedranno l’istituzione di una commissione non superiore al 5% per ogni ticket.
In questo modo, i commercianti non dovranno subire un salasso ogni qualvolta decidono di ritirare un buono pasto, tutelando chi, invece, può utilizzare questa risorsa come unico mezzo di pagamento.
A quanto pare, questo è solo il primo gradino rispetto ad un processo che andrà a rivoluzionare il mercato dei buoni pasto. Questo perché si hai intenzione di approfondire altri aspetti che sicuramente verranno analizzati da qui a breve.
Lo stato avrebbe l’intenzione di rimuovere ogni tipo di commissione in futuro, ma prima bisogna valutare le diverse condizioni che permetteranno di rendere concreta questa possibilità.
Il vicedirettore Fipe Luciano Sbraga ha quindi dichiarato che si può pensare di supportare questi costi dividendo quanto pattuito fra i datori di lavoro e l’esercente che si ritrova a dover accettare il buono.
Al momento, comunque, sono molti i punti interrogativi che non hanno ancora trovato una risposta, in quanto è molto difficile capire quale sarà il valore dei buoni pasto in futuro.
Pensate che le commissioni sui buoni pasto siano troppo alte rispetto al loro valore intrinseco? È giusto procedere ad una riforma per abbattere questa differenza tra il prezzo reale e quello percepito? A voi i commenti!