Ben 600mila famiglie italiane rischiano di perdere l’Assegno Unico e non per colpa loro. Scoppia un nuovo caso che mette in cattiva luce la tecnologia.
Assegno Unico: una misura di sostegno per le famiglie con figli a carico
L’Assegno Unico e Universale è una misura pensata per semplificare e rafforzare gli interventi di sostegno della genitorialità e natalità.
Questo sostegno viene attribuito alle famiglie per ogni figlio a carico fino al compimento di 21 anni. Per i figli disabili non è previsto alcun limite di età.
Viene erogato dall’Inps a chi ne fa richiesta mediante accredito su un conto corrente bancario o postale oppure con bonifico domiciliato.
Nelle ultime ore, è scoppiato un nuovo caso e ben 600mila famiglie italiane rischiano di perderlo senza averne colpa. Rischiano di veder sfumare l’assegno calcolato in base all’ISEE (o garantendo il minimo a chi non presenta l’ISEE). Perché?
E’ difficile credere che, nell’era della tecnologia e della digitalizzazione dei servizi, possa succedere ciò che sta avvenendo in queste ore. Si tratta di un imprevisto, un errore che rischia di costare caro a tante famiglie italiane.
Perché l’Assegno Unico rischia di saltare per 600mila famiglie?
Per un incidente di percorso, l’assegno unico rischia di saltare per 600mila famiglie italiane.
Si tratta di un errore tecnico, difformità dell’indicatore Isee che in precedenza erano tollerate dall’Inps. Purtroppo, da settembre, queste difformità non verranno più accettate. L’incongruenza può dipendere da diversi fattori come la mancata indicazione di un conto corrente cointestato con un parente. Un altro fattore può essere l’inserimento di un dato errato da parte del Caf o del datore di lavoro.
Basta un dato errato o incompleto per rischiare di perdere l’assegno determinando una divergenza tra il valore dell’Isee e il Dsu. Se i valori dell’Isee e quelli presentati con la Dichiarazione Sostitutiva Unica non corrispondono, il sistema blocca tutto.
Come evitare di perdere l’Assegno Unico
Con il messaggio 2856 del 1° agosto, l’Inps ha chiarito che, in caso di indicatore difforme, verrà riconosciuto alle famiglie soltanto l’importo minimo previsto.
La somma minima prevista è di 54 euro al mese per ogni figlio minorenne, a fronte di un Isee superiore a 43.000 euro o a chi non presenta l’Isee. In caso di figli da 18 a 21 anni disoccupati o studenti, il sostegno scende a 27 euro mensili.
I beneficiari hanno una sola possibilità di rimediare: correggere entro settembre eventuali Isee con omissioni o difformi.
Le famiglie che presentano irregolarità riceveranno via e-mail, PEC o sms una comunicazione dall’Inps. Per evitare la decurtazione dell’assegno, dovranno presentare una nuova Dsu senza difformità o chiedere al Caf di rettificare la dichiarazione.
Il problema è che l’iter di regolarizzazione degli indicatori è complesso e molte famiglie, probabilmente, ci rinunceranno.
Che ne pensate? A voi i commenti!