È stato progettato un nuovo strumento chiamato anonimometro che riuscirà a scovare tutte quelle persone che evaderanno il fisco. Giorgia Meloni ha già un piano per la sua riuscita. Ecco che cosa succederà!
L’anonimometro è operativo da alcuni mesi e consente all’Agenzia delle Entrate di individuare potenziali evasori fiscali setacciando le banche dati con un sofisticato algoritmo. I controlli fiscali effettuati tramite questo strumento sono iniziati a luglio 2023, dopo le osservazioni del Garante per la protezione dei dati personali. Le prime segnalazioni alle strutture operative dell’Agenzia delle Entrate sono arrivate a settembre. Il sottosegretario all’Economia, Federico Freni, ha spiegato in commissione Finanze alla Camera che molti contribuenti hanno regolarizzato la propria posizione utilizzando l’istituto del ravvedimento operoso. Le verifiche sono tuttora in fase di approfondimento e gli uffici delle Entrate stanno procedendo alla notifica di avvisi di accertamento per le fattispecie di significativa gravità.
L’anonimometro è uno strumento che utilizza un algoritmo avanzato per setacciare l’archivio dei rapporti finanziari, la banca dati dell’anagrafe tributaria contenente informazioni sui conti correnti, e altre banche dati a disposizione del Fisco. Questo sistema automatizzato permette di esaminare le informazioni fiscali, patrimoniali e finanziarie dei contribuenti, individuando i profili che presentano un elevato rischio di evasione, frode ed elusione fiscale. L’algoritmo screma una quantità enorme di dati, definendo i profili più a rischio.
In una prima fase, i nomi dei contribuenti vengono “pseudonimizzati”, cioè sostituiti con codici fittizi per garantire che i dati finanziari non possano essere associati a uno specifico individuo prima di verificare la presenza di un rischio fiscale. Il processo non è completamente automatizzato ma prevede sempre l’intervento umano. Inoltre, i controlli veri e propri non scattano dopo la prima scrematura: la lista dei contribuenti viene sottoposta a un’ulteriore attività di analisi del rischio condotta dagli appositi Uffici delle Direzioni Regionali, che possono integrare le informazioni ricevute con quelle già in loro possesso e riesaminarle in base alla profonda conoscenza del territorio di riferimento.
Nel documento dell’Agenzia delle Entrate vengono forniti degli esempi concreti di funzionamento dell’anonimometro. Partendo dai dati dell’anagrafe tributaria, l’algoritmo può individuare contribuenti che presentano elevati incrementi patrimoniali in un determinato periodo d’imposta. Queste informazioni vengono incrociate con i dati delle dichiarazioni dei redditi e altre informazioni in possesso del Fisco. Se non c’è nulla che possa giustificare le entrate anomale, scattano gli accertamenti. Un altro esempio riguarda i titolari di partite Iva che operano in un determinato settore: l’algoritmo stila una lista di contribuenti che dichiarano compensi inverosimili per la categoria di appartenenza. A questo punto, si fanno ulteriori controlli sui conti correnti per capire se le spese e il tenore di vita sono giustificabili con le entrate dichiarate. In caso contrario, il Fisco interviene per chiedere spiegazioni.
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