Dopo l’attacco a Sumy, Zelensky rompe gli indugi e lancia accuse precise agli alleati occidentali. Ecco che cosa è accaduto!
Il sangue versato a Sumy ha fatto traboccare il vaso. L’ennesimo bombardamento russo, stavolta su civili innocenti, ha innescato una reazione infuocata da parte del presidente ucraino Volodymyr Zelensky. Niente più ringraziamenti formali, niente più pazienza diplomatica. Nel suo ultimo messaggio serale, Zelensky ha puntato il dito contro l’Occidente, accusando apertamente Stati Uniti ed Europa di immobilismo.
Non basta più condannare gli attacchi. Non basta più dire che si è al fianco dell’Ucraina. Dopo la strage di Sumy, servono fatti, non parole. Così ha tuonato il presidente, mostrando le immagini delle case ridotte in macerie e dei corpi senza vita. Per lui, quel raid missilistico non è stato solo un crimine di guerra: è stato un segnale, una provocazione studiata per colpire in un giorno simbolico, la Domenica delle Palme.
Zelensky chiede una svolta. Chiede nuovi sistemi di difesa aerea, chiede di fermare Mosca con ogni mezzo necessario. Ma soprattutto chiede che il famoso “backstop” – l’impegno occidentale a non abbandonare l’Ucraina – diventi reale, immediato, tangibile.
La risposta occidentale? Condanne verbali e parole di cordoglio. Ma le forniture militari promesse sono ancora in attesa. Mentre Kiev brucia, i piani militari della coalizione restano fermi e le diplomazie discutono. Gli Stati Uniti, divisi al loro interno, non hanno ancora tracciato una linea netta. E l’amministrazione Trump, più incline al dialogo col Cremlino, ha espresso indignazione ma senza impegni concreti.
Intanto, Londra e Parigi sembrano pronte a un’iniziativa sul campo, ma senza il supporto americano il puzzle strategico rimane incompleto. Zelensky lo sa. E per questo ha lanciato un messaggio chiaro: senza decisioni rapide, il prezzo da pagare sarà ancora più alto, e a pagarlo sarà soprattutto il popolo ucraino.
E tu, pensi che l’Occidente stia facendo abbastanza per fermare la guerra? Lascia la tua opinione nei commenti.