Ogni religione ha le sue regole, ideali che non andrebbero mai traditi. Per la prima volta nella storia, una sentenza del Tribunale ha dato ragione ad una donna appartenente all’ordine dei Testimoni di Geova. Ecco che cosa sappiamo su questo argomento.
Tribunale emette sentenza a favore dei Testimoni di Geova: la vittima va risarcita
La religione è un pilastro fondamentale nella vita di moltissimi individui, motivo per cui non andrebbe mai messa in discussione. Una donna appartenente all’ordine dei Testimoni di Geova è stata giudicata come parte lesa da parte del tribunale, il quale ha disposto un risarcimento di circa 38mila euro nei suoi confronti.
Non si tratta di un fatto di natura recente, in quanto tutto questo si è svolto nel 2015, anche se solamente ora sono stati raggiunti importanti risultati in questo settore. La donna in questione era una paziente che da anni soffriva di sclerosi multipla in stadio avanzato. Il ricovero si era reso necessario a seguito di uno shock emorragico che senza una trasfusione immediata non le avrebbe lasciato alcun tipo di scampo.
I medici dell’Ospedale di Modena hanno deciso di agire con lo scopo di salvare la paziente e hanno deciso di fare delle trasfusioni che potessero modificare il decorso di quella brutta malattia. Uno dei principi della religione dei Testimoni di Geova dichiara però come sia impossibile procedere verso questo tipo di pratica medica, in quanto il sangue è un fattore sacro, un elemento che rende unico l’individuo agli occhi del mondo.
Proprio per questa ragione sia la paziente che il marito hanno rifiutato categoricamente la trasfusione di sangue, ma i medici hanno comunque deciso di procedere al trattamento per cercare di salvarle la vita. Le trasfusioni effettuate, in totale 4, non sono comunque servite nel loro intento, in quanto la donna è venuta a mancare qualche giorno più tardi.
La sentenza del Tribunale contro l’Ospedale di Modena
Il marito della donna deceduta ha deciso di denunciare tutti coloro che non hanno rispettato le sue direttive e quelle della moglie, avviando inoltre una causa di risarcimento che il Tribunale della città ha deciso di riconoscere. Questo perché, secondo il parere della giustizia, ogni persona è libera di accettare o rifiutare un tipo di intervento o di terapia se questa va contro ai suoi ideali. I medici devono quindi rispettare il volere del soggetto coinvolto seppur questo non sia il migliore o non coincida con i loro intenti.
In questo caso l’illecito è davvero molto grave perché gli appartenenti a questo ordine ritengono che la trasfusione vada a rendere una persona impura, comportando per la stessa la perdita della sua identità. Ad ogni modo la famiglia della donna deceduta ha impugnato la tanto sospirata vittoria, motivo per cui il risarcimento verrà riconosciuto nei prossimi giorni e nella cifra finale di quasi di 40mila euro. I medici avrebbero dovuto rispettare la volontà delle persone coinvolte o hanno fatto bene a prestare fede al Giuramento di Ippocrate? A voi i commenti!