Sara Pedri è recentemente scomparsa. Sua sorella è costretta a dare delle pessime notizie a rigurado. Ecco che cosa è successo!
La scomparsa di Sara Pedri, una giovane ginecologa di 31 anni originaria di Forlì, continua a lasciare un vuoto incolmabile nella vita dei suoi cari, nonostante siano trascorsi quasi tre anni dal suo sparire in Val di Non, Trentino, nei pressi del lago di Santa Giustina. La famiglia, e in particolare la sorella Emanuela, vive ancora nell’ombra di un lutto non pienamente elaborato, a causa dell’impossibilità di dare un degno addio alla propria cara.
Emanuela, in una recente intervista al Corriere della Sera, ha condiviso il peso dell’assenza di Sara, evidenziando come la mancanza del corpo non abbia permesso alla famiglia di trovare una chiusura. La stanza di Sara a Forlì rimane un santuario carico dell’essenza di ciò che è stato, un luogo dove il tempo sembra essersi fermato al 4 maggio 2021, data della sua scomparsa.
La vita professionale di Sara a Trento, presso l’ospedale Santa Chiara, è stata segnata da episodi di bullismo e mobbing, portando la Procura trentina ad avviare un’indagine nei confronti del primario Saverio Tateo e della sua vice Liliana Mereu. Questo contesto lavorativo ostile ha gettato un’ombra sulla scomparsa di Sara, aggiungendo ulteriori interrogativi e complicazioni alla già dolorosa situazione.
Il periodo precedente il trasferimento di Sara a Trento, trascorso a Catanzaro dove aveva studiato, viene ricordato dalla sorella come un tempo di felicità e serenità, un contrasto netto rispetto alle difficoltà incontrate in Trentino. Emanuela descrive la vita di Sara come divisa in due parti distinte: la luce in Calabria e il buio in Trentino, simboleggiando due destini contrapposti che hanno segnato profondamente l’esistenza di Sara.
Nonostante la conferma che non ci saranno ulteriori ricerche per trovare il corpo di Sara, la speranza non abbandona del tutto la famiglia Pedri. La promessa del Capitano dei carabinieri di Cles, Guido Quatrale, di mantenere “gli occhi sempre aperti” nella zona del lago, offre un barlume di conforto. Emanuela trova forza nel calore della comunità, che ha trasformato l’assenza di Sara in una presenza viva nella memoria collettiva e nei cuori di coloro che le volevano bene.
La storia di Sara Pedri rimane un monito sulla gravità del mobbing e del bullismo nel mondo del lavoro, oltre che un doloroso ricordo di come la scomparsa di una persona possa lasciare segni indelebili nella vita dei suoi cari. La lotta della famiglia Pedri per la verità e la giustizia continua, nella speranza che un giorno possano trovare la pace e il modo di elaborare completamente il loro lutto.
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