• Gio. Nov 21st, 2024

Patrick Zaki Graziato Da Al Sisi: Storia Di Un Attivista Egiziano!

La notizia di Patrick Zaki, incarcerato e poi graziato da Al Sisi sta facendo discutere. Chi è l’attivista che ha ricevuto la grazia dal presidente egiziano?

 

Patrick Zaki, l’attivista egiziano graziato da Al Sisi

La grazia concessa a Patrick Zaki dal presidente egiziano Al Sisi incuriosisce e molti si chiedono chi è Zaki.

Patrick Zaki è un attivista egiziano, studente all’Università di Bologna. Una volta tornato al Cairo nel febbraio 2020, è stato arrestato, torturato e non ha più messo piede in Italia. Era stato condannato a 3 anni di carcere prima di ricevere la grazia. Il tribunale di Mansura lo aveva giudicato colpevole di diffusione di notizie false per un articolo del 2019 su un attentato dell’Isis, più due casi di discriminazione nei confronti dei copti.

Aveva già scontato la custodia cautelare, quindi gli restavano un anno a due mesi di carcere.

Patrick Zaki: chi è

Patrick George Zaki, nato il 16 giugno 1991 a Mansura da genitori di religione cristiana ortodossa copta, ha conseguito una laurea in farmacia alla German University del Cairo. Nel 2018, fu uno degli animatori della campagna elettorale di Khaled Ali, avvocato e attivista politico impegnato nella difesa dei diritti umani.

Zaki ha fatto parte della Egyptian Initiative for Personal Rights (associazione per la difesa dei diritti umani) con sede a Il Cairo. Nel 2019 si è trasferito a Bologna per frequentare un master universitario in studi di genere.

L’arresto, le torture, i capi d’accusa

Il 7 febbraio 2020 è stato fermato dalla polizia egiziana non appena atterrato all’aeroporto del Cairo. Si era recato in Egitto, il suo paese, per trascorrere un breve periodo di vacanza con i suoi cari, ma la vacanza si è trasformata in un incubo.

L’8 febbraio viene arrestato con l’accusa di minaccia alla sicurezza nazionale, sovversione, incitamento a manifestazione illegale, propaganda per il terrorismo, diffusione di notizie false. I media governativi egiziani hanno dipinto Zaki come un attivista impegnato all’estero nella scrittura di una tesi sull’omosessualità e nell’incitamento contro lo stato egiziano.

Zaki è stato bendato e torturato per 17 ore tra colpi alla schiena, allo stomaco, scariche elettriche. E’ stato interrogato riguardo ad un presunto legame con la famiglia di Giulio Regeni ed al suo impegno politico. E’ stato anche minacciato di stupro.

Il carcere e la grazia ricevuta da Al Sisi

E’ stato condotto nel carcere di Talkha, poi trasferito in quello di Mansura e di Tora, dopodiché le udienze hanno subito una serie di rinvii a causa della pandemia del Covid.

Il 14 settembre 2021 è comparso davanti ai giudici con una sola accusa: diffusione di false notizie dentro e fuori il Paese. L’accusa si riferiva ad un articolo da lui firmato, pubblicato sul giornale libanese Daraj, che conteneva notizie su persecuzioni e discriminazioni ai danni della comunità copta, ovvero i cristiani egiziani.

Il 18 luglio Zaki è stato condannato a tre anni di carcere: aveva già scontato 22 mesi, quindi avrebbe dovuto tornare dietro le sbarre per altri 14 mesi. I legali di Zaki hanno fatto ricorso.

A poco più di 24 ore dalla condanna, Patrick è stato graziato con effetto immediato dal presidente egiziano Al Sisi.

Che ne pensate di questa vicenda? A voi i commenti!