La figlia di Laura Bonafede, Martina Gentile, è stata arrestata con l’accusa di favoreggiamento per il suo ruolo di protezione di Matteo Messina Denaro.
Martina Gentile al servizio del boss insieme alla madre
I giudici del tribunale di Palermo hanno descritto il ruolo di Martina Gentile nel sostenere la latitanza di Matteo Messina Denaro fino al suo arresto. Insieme alla madre, Laura Bonafede, la Gentile viene posta al centro del sistema di protezione e di assistenza del latitante.
La 31enne, come affermato dai giudici, “può vantare un patrimonio di conoscenze sui meccanismi di controspionaggio e sulla rete di coperture del boss”.
E’ finita in manette con l’accusa di favoreggiamento aggravato per aver sostenuto l’organizzazione mafiosa. La figlia di Salvatore Gentile, l’ergastolano autore di due omicidi ordinati dal capomafia, è sempre stata al servizio del boss.
Martina Gentile: tramite essenziale per la consegna dei pizzini
Secondo i pubblici ministeri della dda di Palermo ed il giudice per le indagini preliminari, Martina Gentile è stata una pedina essenziale per il latitante.
Messina Denaro aveva creato un sistema di comunicazione per mantenere i contatti con Laura Bonafede. Serviva a condividere e gestire strategie mafiose a Campobello di Mazara con altri associati mafiosi. In questo modo, Messina Denaro poteva esercitare il ruolo di vertice dell’associazione mafiosa trapanese.
Martina si prestava per lo ‘scambio posta’, i ‘pizzini’, talvolta anche con la figlia di 2 anni nel passeggino.
Martina Gentile ha convissuto con il boss e sua madre per anni fino a idolatrarlo. Aveva instaurato con il capomafia un rapporto quasi tra figlia e genitore, fino a diventare un tramite essenziale per la consegna dei pizzini.
Gli elementi che incastrano Martina Gentile
Sono diversi gli elementi che incastrano Martina Gentile. Innanzitutto, è stato accertato che era lei la Tan o Tany che il boss indicava nei messaggi cifrati.
Tra i vari elementi, le chat WhatsApp trovate nei cellulari dell’indagata, di sua madre e di Lorena Lanceri, tutti sequestrati.
Nell’ultimo nascondiglio del boss è stato ritrovato un calendario: in certe date, annotava un puntino con la parola Tan che, inizialmente, non era stata decifrata. Tan sarebbe l’abbreviazione di Tania, pseudonimo di Martina, mentre i puntini corrispondono ai giorni degli scambi di pizzini. La 31enne si trovava sempre nei giorni e sul luogo indicati dal boss. I giorni successivi agli incontri, Laura Bonafede confermava al capomafia di aver ricevuto le sue missive.
Infine, un’impronta digitale di Martina Gentile su un dvd rinvenuto nel covo di Messina Denaro indicherebbe uno scambio diretto dello stesso tra i due.
La donna ha anche manifestato pubblicamente il suo orgoglio per le convinzioni mafiose ed il boss aveva riposto massima fiducia in lei. Gli inquirenti sono convinti che sia depositaria di notizie riservate sulla latitanza del boss.
Che ne pensate di Martina Gentile? A voi i commenti!