Cinque delitti avvolti nel mistero, cinque casi senza un colpevole che hanno segnato la cronaca di Trieste. Storie inquietanti ancora senza soluzione.
Trieste nasconde tra le sue pagine di cronaca nera una serie di delitti senza risposta. Mentre il caso di Liliana Resinovich continua a essere oggetto di indagini e attenzione mediatica, ci sono altre storie che giacciono nell’ombra, archiviate come “cold case”. Cinque vite spezzate, cinque misteri che ancora oggi non hanno trovato giustizia.
Marina Sever, nota come “maga Malika”, era conosciuta in città per le sue pratiche esoteriche e i riti d’amore. La sera in cui venne brutalmente uccisa nel suo appartamento di via Flavia, qualcuno sentì le sue urla disperate, ma quando la polizia arrivò, era troppo tardi. La scena del crimine raccontava di un omicidio feroce: colpi di martello, forbici conficcate nella gola e nessun segno di scasso. Gli investigatori ipotizzarono un legame con un giro di droga in cui la donna era rimasta coinvolta. Forse un’esecuzione legata a una vendetta? Il suo assassino è scomparso nel nulla.
Il corpo senza vita di Susanna Chicco venne trovato in una soffitta in via del Bosco. Viveva una doppia vita: di giorno una ragazza qualunque, di notte si diceva frequentasse giri pericolosi. Il suo appartamento, secondo gli investigatori, era un luogo di incontri segreti. Nessuna traccia di una colluttazione, nessun furto evidente. Le indagini si concentrarono su un uomo che la frequentava, arrestato per sfruttamento della prostituzione, ma poi rilasciato. L’assassino non è mai stato identificato.
Arnaldo Franceschino, ex ispettore di polizia, scomparve nel nulla a bordo della sua Panda grigia. La sua auto venne ritrovata mesi dopo nei pressi della sede dei servizi segreti, un dettaglio che sollevò inquietanti interrogativi. Il suo corpo venne scoperto in un’area isolata vicino a Banne, con segni evidenti di un omicidio brutale. Chi lo ha ucciso e perché? Il mistero si infittì ulteriormente quando, anni dopo, lettere anonime ricollegarono il caso a traffici illeciti. Ma la verità rimane sepolta.
Giuseppe Canziani fu trovato senza vita nella sua abitazione a San Dorligo della Valle. Nudo, senza segni evidenti di effrazione, la scena sembrava suggerire un incontro finito in tragedia. L’autopsia rivelò che era stato soffocato dopo un’aggressione. Le indagini portarono a un amico con cui aveva passato la serata, ma nessuna prova concreta lo incriminò. Il colpevole, se c’era, era già lontano.
Alma Prasel viveva da sola e diffidava degli estranei. Qualcuno, però, riuscì a entrare nel suo appartamento e a colpirla con ferocia. Nessuna traccia di furto, ma un dettaglio inquietante: la SIM card del suo telefono era sparita. Gli investigatori diffusero l’identikit di una donna vista con lei nei giorni precedenti. La pista sembrava promettente, ma il caso rimase senza soluzione.
Cinque storie, cinque delitti avvolti dal silenzio. Quali segreti nascondono? Forse qualcuno conosce la verità ma ha scelto di tacerla. E tu, cosa ne pensi? Lascia un commento con le tue riflessioni!