Sibora Gagani era scomparsa nel 2014. un giallo mai risolto. Ora però il fidanzato ha confessato tutto ciò che è accaduto all’epoca dei fatti!
Sibora Gagani scomparsa nel 2014: trovato il corpo all’interno di un muro
La 22enne italo-albanese Sibora Gagani scomparsa 9 anni fa da Nettuno si era trasferita a Torremolinos (Malaga) con il suo fidanzato Marco G.R.
Il 17 maggio l’uomo è stato arrestato per aver ucciso la sua ex compagna con diverse ferite d’arma da taglio. In manette ha confessato agli agenti di aver assassinato Sibora, l’allora fidanzata. In seguito, ha ritrattato questa versione dei fatti, ma gli inquirenti hanno voluto ugualmente seguire la pista da lui indicata. Dopo vari tentativi, la Polizia spagnola ha rinvenuto quello che potrebbe essere il cadavere di Sibora Gagani.
Il 6 giugno è stato ritrovato un corpo senza vita nell’appartamento di Torremolinos dove la coppia conviveva 9 anni fa. Il cadavere era occultato in una cassa di legno sistemata tra due pareti. Potrebbe essere il corpo di Sibora: è stato preso in carico per autopsia e identificazione dall’Istituto di Medicina Legale della zona.
La vicenda di Sibora Gagani
La 22enne Sibora Gagani decise di andare a vivere con Marco, il ragazzo di cui si era innamorata, a Torremolinos, in Spagna.
Il 14 luglio 2014, Sibora è scomparsa nel nulla. Sua madre ha lanciato un appello su “Chi l’ha visto?”.
Il 17 maggio Marco è stato arrestato in Spagna per aver ucciso a coltellate la 28enne Paula, la sua nuova fidanzata che aveva deciso di lasciarlo.
La madre della ragazza, Elisabetta, una volta saputo dell’arresto di Marco, è stata intervistata di nuovo da “Chi l’ha visto?”. Si è detta sicura della colpevolezza di Marco. Nel corso di questi ultimi 9 anni, non è mai stata creduta.
Sembra che Sibora sia stata uccisa perché voleva lasciare l’uomo – ha confidato la madre alla trasmissione Rai. Ha aggiunto che secondo lei la figlia sia morta al 99%, anche se spera che Sibora sia riuscita a scappare da ‘quel killer’.
Davanti all’ennesimo caso di femminicidio, il premier spagnolo, Pedro Sanchez, ha ribadito l’importanza di fermare la violenza. Si può fermare coinvolgendo scuole, aziende, istituzioni, l’intera società.
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