• Ven. Nov 22nd, 2024

Giulia Cecchettin, Super Testimone: L’Aggressione Mortale Di Un Soggetto Pericoloso!

Un super testimone ha sentito le grida della 22enne Giulia Cecchettin la notte dell’omicidio. Ha chiamato il 112 raccontando cosa è successo.

 

Giulia Cecchettin: le grida impresse nella mente del super testimone

La notte dell’11 novembre, alle 23.15, un super testimone ha dato l’allarme chiamando il 112, dopo aver sentito le urla di Giulia Cecchettin. Si chiama Marco Musumeci e le grida della vittima sono impresse nella sua mente. Giulia e Filippo Turetta si trovavano nel parcheggio a 150 metri da casa della ragazza.

Al citofono della sua abitazione, il testimone ha risposto alla domanda di un giornalista con un no comment. Gli è stato chiesto se aveva sentito chiamare aiuto. Ha già riferito tutto ai Carabinieri e ai familiari della vittima. Non può rilasciare ulteriori dichiarazioni, tutti i dettagli della sua testimonianza sono inclusi nell’ordinanza di custodia cautelare.

I giudici hanno dichiarato che Filippo Turetta ha accoltellato l’ex fidanzata a 150 metri da casa sua. Poi, l’avrebbe caricata in auto. E’ stata un’aggressione in due atti di una ferocia inaudita – ha scritto il giudice. Turetta viene definito un soggetto socialmente pericoloso che deve restare in carcere.

Giulia ha pagato l’ultima cena a Filippo quella sera.

Giulia Cecchettin: l’aggressione in due atti

Inizialmente, Giulia è stata aggredita nel parcheggio dell’asilo, a 150 metri da casa sua, poi nella zona industriale di Fossò l’aggressione mortale.

La ragazza è morta dissanguata, per shock emorragico, colpita a coltellate e calci. L’ordinanza di custodia cautelare firmata dal giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Venezia riporta i dati dell’assassino. Giulia è stata uccisa dal 22enne Filippo Turetta, il suo ex fidanzato. La Procura lo accusa di omicidio aggravato e sequestro di persona definendolo un soggetto completamente imprevedibile. Ha compiuto un gesto folle e scellerato che potrebbe ripetere con altre donne. Gesto folle per modo di dire, disumano piuttosto: si tratta di un piano premeditato, quindi il raptus non c’entra.

Indagini partite dal racconto del super testimone

Quei terribili 22 minuti sono stati ricostruiti grazie al racconto di Musumeci. Le indagini proseguono con l’aggiunta di altre informazioni su tempi e spostamenti.

Il primo atto dell’aggressione è avvenuto alle 23.18 in via Aldo Moro, a 150 metri circa da casa Cecchettin.

Una ragazza urla dicendo ‘mi fai male così!’ e chiede aiuto più volte. In seguito, il testimone vede calciare con violenza una sagoma a terra. Poi, la Punto si allontana. Qui sono state rinvenute tracce di sangue e un coltello da cucina di 21 centimetri sprovvisto di manico. E’ stata rilevata l’impronta di una calzatura, forse sporca di sangue.

La voce distrutta del teste ha dichiarato che avevano l’assassino a un metro di distanza e non lo sapevano.

L’aggressione mortale a Fossò, poi la fuga del killer

Nella seconda aggressione, Giulia non gravemente ferita era riuscita a scappare. Filippo l’ha inseguita e gettata a terra facendola cadere all’altezza del marciapiede. Da lì il corpo di Giulia non si è più mosso. E’ quanto emerge dalle telecamere di Fossò, che dista 6 chilometri da Vigonovo.

A quel punto, Filippo l’ha caricata in auto (nel bagagliaio) ed è fuggito a bordo della Punto nera verso le 23.50. L’auto è stata avvistata, in seguito, in varie zone di Venezia e Treviso. L’ultima inquadratura proviene da Cortina, in direzione Dobbiaco, alle 9.07 del 12 novembre.

Sul marciapiede sono stati rilevati sangue con capelli, l’impronta di una calzatura sporca di sangue (compatibile con quella trovata nel parcheggio). E’ stato trovato anche un pezzo di nastro argentato intriso di capelli e sangue. Di sicuro, il nastro telato è stato applicato alla vittima per non farla parlare, ha scritto il giudice.

A Piancavallo, in provincia di Pordenone, Turetta si è sbarazzato del corpo di Giulia gettandolo in un dirupo a 100 chilometri da casa.

La fuga dell’assassino si è conclusa in Germania. Il ministero della Giustizia ha trasmesso in Germania il mandato di arresto europeo a carico di Filippo Turetta.

Dall’autopsia risultano plurimi colpi di coltello alla testa e al volto di Giulia, la frattura del capo dovuta alla caduta contro l’asfalto, escoriazioni a braccia e ginocchia.

Che ne pensate? A voi i commenti!