Nuove rivelazioni nel caso di Liliana Resinovich: lesioni mai rilevate prima e ipotesi inquietanti. Ecco di cosa si tratta!
L’attesa cresce per i risultati della seconda autopsia sul corpo di Liliana Resinovich, riesumato per rispondere a dubbi fondamentali sulla sua tragica morte. La donna, scomparsa nel dicembre 2021 e ritrovata priva di vita nel boschetto dell’ex Opp di Trieste alcune settimane dopo, è al centro di un mistero che continua a sconcertare gli inquirenti. Gli ultimi accertamenti medico-legali hanno portato alla luce nuovi dettagli inquietanti che potrebbero cambiare radicalmente il corso delle indagini.
La causa del decesso, attribuita ad asfissia, sembra confermata, ma le analisi hanno individuato una serie di lesioni che sollevano nuovi interrogativi. Tra queste figurano una tumefazione alla palpebra destra, una macchia ematica sulla narice e segni su labbro, lingua e orecchio. A queste si aggiungono scoperte mai analizzate prima: un’emorragia sotto la mano destra, una piccola ferita sopra lo sterno e una frattura vertebrale avvenuta poco prima della morte.
Gli investigatori hanno anche notato che la posizione del corpo – trovato disteso sul fianco destro – non coincide con le dinamiche delle lesioni, che suggeriscono una caduta sul lato sinistro. Inoltre, gli abiti di Liliana erano sorprendentemente puliti, un elemento incompatibile con un corpo rimasto esposto per settimane. Questo ha portato gli esperti a ipotizzare che il cadavere sia stato spostato dopo la morte, gettando nuova luce su un caso già complesso.
Un altro aspetto cruciale è la possibile data della morte. Secondo i periti, il corpo potrebbe non essere rimasto nel boschetto per 21 giorni, ma essere stato trasportato lì successivamente. Con oltre 25 punti da chiarire, tra cui l’ipotesi di un omicidio, i risultati dell’autopsia potrebbero portare a una svolta decisiva.
Questa storia resta avvolta nel mistero. Quali verità emergeranno dai nuovi accertamenti? Lascia il tuo pensiero nei commenti e partecipa alla discussione.