Il caso Resinovich si infittisce: il mistero ora ruota intorno all’edera dove è stato trovato il corpo. Ecco cosa è accaduto!
Il caso di Liliana Resinovich, trovata senza vita nel boschetto dell’ex ospedale psichiatrico di Trieste, continua a sollevare interrogativi. Uno degli aspetti più controversi riguarda la vegetazione sotto il corpo, che appariva intatta, senza segni di schiacciamento o umidità. Questo dettaglio ha alimentato il sospetto che la donna non sia rimasta nel luogo del ritrovamento per le tre settimane trascorse dalla sua scomparsa.
Nel corso di un’indagine televisiva, il programma Quarto Grado ha mostrato immagini girate dagli inquirenti il giorno del ritrovamento. La rigogliosità dell’edera, non compatibile con il peso di un corpo lasciato per settimane, ha spinto la redazione a condurre un esperimento: un sacco di plastica del peso simile a quello di Liliana è stato lasciato nello stesso punto per 21 giorni. Risultato? La vegetazione appariva schiacciata e umida, in netto contrasto con quanto osservato nel caso reale.
Marisa Vidali, consulente botanica della famiglia, ha sottolineato ulteriori anomalie: le condizioni immacolate dei sacchi che contenevano il corpo e l’assenza di tracce lasciate da animali selvatici, frequenti nell’area. Inoltre, i numerosi episodi di pioggia registrati nelle settimane precedenti avrebbero dovuto sporcare e danneggiare i materiali, ma ciò non è avvenuto.
La famiglia di Liliana sostiene che il corpo sia stato trasportato nel boschetto poco prima del ritrovamento, rifiutando l’ipotesi di un suicidio. Gli esperimenti condotti dai media sembrano supportare questa teoria, ma rimangono molti punti oscuri.
Cosa ne pensate di questo caso? Credete che il mistero dell’edera possa portare a nuove rivelazioni? Scrivete la vostra opinione nei commenti!