Putin sta rivolgendo lo sguardo verso un nuovo paese del fronte orientale, quindi tutti i segnali fanno pensare che stia cambiando strategia. Ecco che cosa succederà!
L’attenzione di Vladimir Putin si sta rivolgendo verso la Moldova, in un contesto che suggerisce l’apertura di un nuovo fronte nel quadro degli sforzi russi di espansione territoriale. Tuttavia, le possibilità di un intervento diretto in Transnistria appaiono limitate. Recentemente, il congresso dei deputati della Transnistria, un’entità filorussa non riconosciuta all’interno della Moldova, non ha formulato una richiesta esplicita di annessione alla Russia, limitandosi a chiedere un “aiuto” non specificato a Mosca.
Questo scenario ricorda le dinamiche osservate in Crimea circa dieci anni fa, con la differenza che la Transnistria, pur essendo una regione a maggioranza russofona e con legami storici con l’ex Unione Sovietica, non confina direttamente con la Russia. Questa posizione geografica rende complicato per la Russia intervenire militarmente senza attraversare il territorio ucraino o quello di altri paesi NATO come la Romania.
La situazione in Transnistria è ulteriormente complicata dal fatto che, sebbene una parte significativa della popolazione possegga la cittadinanza russa, molti abitanti hanno anche il passaporto moldavo, il che potrebbe generare richieste di intervento a Chisinau in caso di crisi.
L’attuale impasse potrebbe essere interpretato come un tentativo da parte delle autorità secessioniste di Tiraspol di esercitare pressione sulla Moldova, specialmente alla luce delle recenti tensioni generate dalla guerra in Ucraina e dalle iniziative legislative di Chisinau volte a contrastare il separatismo.
La presidente moldava pro-europea Maya Sandu ha introdotto misure per rafforzare la sovranità del paese, incluse leggi che rendono il separatismo un reato. Queste azioni, unite al blocco del negoziato tra Kyiv e Mosca, hanno messo in difficoltà Tiraspol, potenzialmente spingendo la regione a cercare un maggiore sostegno da parte russa.
Putin, che si appresta a cercare la riconferma per un quinto mandato presidenziale, potrebbe trovare in una “operazione speciale” in Transnistria un modo per consolidare il sostegno interno, sfruttando la nostalgia dell’elettorato per l’impero sovietico. Tuttavia, ogni mossa in questo senso rischierebbe di intensificare le tensioni con l’Europa, già preoccupata per le potenziali vulnerabilità di fronte a nuove aggressioni russe.
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