• Dom. Mar 16th, 2025

Dopo il voto sul riarmo europeo, il Pd si spacca e crescono le tensioni interne. Non andrà a finire bene. Ecco che cosa sta succedendo!

 

La spaccatura nel Partito Democratico sulla questione del riarmo europeo ha acceso il dibattito interno, con richieste di chiarimenti e ipotesi di nuove consultazioni. La segretaria Elly Schlein ha ribadito la sua posizione, favorevole alla difesa comune ma contraria a un aumento della spesa militare a scapito di settori chiave come sanità e lavoro. Tuttavia, la linea del Nazareno non ha trovato pieno consenso tra i dem europei, generando tensioni che ora il partito cerca di ricomporre.

Il voto a Strasburgo sul piano di riarmo proposto da Ursula von der Leyen ha messo in evidenza le divisioni nel Pd. Undici eurodeputati si sono astenuti, mentre dieci hanno votato a favore, creando una spaccatura tra le varie anime del partito. Da un lato, l’ala riformista, rappresentata da figure come Giorgio Gori e Stefano Bonaccini, si è mostrata più incline a sostenere la strategia europea. Dall’altro, la corrente più vicina a Schlein, con esponenti come Alessandro Zan e Matteo Ricci, ha mantenuto una linea più prudente.

A complicare il quadro, il capo delegazione Nicola Zingaretti ha cercato fino all’ultimo di modificare il testo per evitare una rottura netta. Ma le differenze sono emerse in modo evidente, con esponenti come Piero Fassino che hanno definito l’astensione una scelta incomprensibile e un segnale di indecisione che potrebbe danneggiare l’immagine del partito.

Dopo la frattura sul voto, nel Pd cresce la richiesta di un chiarimento. Alcuni esponenti propongono una Direzione straordinaria o addirittura un nuovo Congresso per ridefinire la linea del partito. Schlein, però, per ora mantiene cautela, affermando che le modalità di confronto saranno valutate con attenzione.

L’ipotesi di un congresso, sostenuta dall’ala riformista, potrebbe rafforzare la segretaria, confermandone la leadership con un voto ampio tra la base del partito. Tuttavia, c’è chi teme che una simile mossa possa ridurre ulteriormente lo spazio di discussione interna, escludendo posizioni più moderate sulla questione del riarmo.

Mentre il Pd cerca di ricomporre le proprie divisioni, Giuseppe Conte ha colto l’occasione per sottolineare la compattezza del Movimento 5 Stelle in Europa. Il leader pentastellato ha anche cercato di avvicinarsi a Schlein, interpretando la sua posizione sul riarmo come un possibile punto di convergenza per rilanciare il cosiddetto “campo largo” e costruire un’alternativa al governo Meloni.

Il Pd si trova ora a un bivio: ritrovare unità o lasciare che la frattura si allarghi. La segretaria dovrà decidere se mantenere la sua posizione o cedere a un confronto interno che potrebbe ridisegnare gli equilibri del partito.

Secondo voi, il Pd riuscirà a ricompattarsi o il dibattito interno rischia di indebolire ulteriormente la leadership di Schlein? Dite la vostra nei commenti!