Giorgia Meloni prende posizione sul caso Vance, tra accuse agli europei e tensioni con Trump. Ecco che a che punto è l’equilibrio geopolitico!
Giorgia Meloni ha deciso di non tirarsi indietro nella bufera diplomatica scoppiata dopo le parole di JD Vance, vicepresidente degli Stati Uniti. In un’intervista al Financial Times, la premier italiana ha preso una posizione netta: nessuna rottura con Washington, ma un invito all’Europa a fare autocritica.
Le frasi incriminate di Vance, finite in una chat privata su Signal e ribattezzate “Chatgate”, hanno acceso lo scontro. Il numero due dell’amministrazione Trump ha scritto di “odiare” l’idea di dover salvare ancora una volta l’Europa. Donald Trump ha rincarato, definendo gli europei “parassiti”. Parole forti, che hanno irritato molte cancellerie, ma non Palazzo Chigi.
Meloni ha spiegato che comprendere un leader che difende il proprio popolo non significa approvare ogni singola uscita. Ma ha ribadito che, a suo avviso, il vero bersaglio di certe critiche è l’élite europea, più che i suoi cittadini.
Ha accusato Bruxelles di essere lenta, scollegata dalla realtà e troppo spesso incapace di risposte efficaci. Secondo lei, questa è l’occasione per ripensare l’alleanza con gli Stati Uniti, trasformando una polemica in occasione di cambiamento.
Non è mancata la stoccata alle reazioni impulsive europee: Meloni ha detto che serve sangue freddo, non vittimismo. Riguardo ai dazi americani sulle auto europee, ha auspicato un confronto costruttivo, non rappresaglie che aggraverebbero le tensioni.
Intanto, in Europa le reazioni non si sono fatte attendere. Tajani ha preso le distanze dalle parole di Vance, ma con toni moderati. Più tagliente il giudizio dell’ex generale francese Yakovleff, che ha definito i vertici americani “incompetenti e arroganti”. Anche la Gran Bretagna ha chiesto chiarimenti, invitando gli Usa a moderare i toni.
Meloni però non si smuove: la premier ha ribadito che l’Italia resta alleata degli Stati Uniti, ma non rinuncia a chiedere più concretezza all’Unione Europea. Per lei, questa è la vera sfida.
La domanda ora è: l’Europa saprà raccogliere l’invito a svegliarsi o continuerà a rispondere solo con indignazione? Lascia il tuo commento e dicci cosa ne pensi.