Si confermano drammatiche le conseguenze della crisi del Mar Rosso. L’amministratore delegato di Lavazza ci fornisce un chiaro scenario di quello che sta succedendo. Ecco qua tutte le informazioni!
Antonio Baravalle, amministratore delegato di Lavazza, ha espresso preoccupazione riguardo alla crisi nel Mar Rosso e al suo impatto sull’industria alimentare europea. In un’intervista a La Stampa, ha descritto lo scenario come “drammatico”, prevedendo possibili ricadute recessive, in particolare per i porti italiani che rischiano di essere esclusi a favore di quelli del Nord Europa.
Baravalle ha evidenziato come l’inflazione nel settore alimentare, già alta, sia ulteriormente aggravata dalla situazione nel Mar Rosso. La crisi ha portato a un significativo aumento dei tempi e dei costi di trasporto delle materie prime. Ad esempio, un container dal Vietnam, uno dei principali produttori di caffè insieme al Brasile, ora impiega fino a 20 giorni in più per arrivare, e il costo è triplicato.
Nonostante un calo dei consumi in Italia nel 2023, che si prevede continuerà nel 2024, Lavazza ha deciso di non riflettere completamente i rincari sui clienti, mantenendo così volumi di vendita stabili e non rinunciando alla qualità delle materie prime. L’azienda, che acquista caffè per un miliardo di dollari all’anno, è sensibile a ogni minima variazione del costo delle materie prime, poiché ciò rappresenta un significativo costo aggiuntivo.
Baravalle ha anche criticato l’iniziativa del governo italiano, il “carrello tricolore”, definendola superficiale. Secondo lui, per supportare veramente l’industria e i consumatori, è necessario affrontare questioni più rilevanti, come incentivare gli investimenti in innovazione, ridurre il carico fiscale e semplificare la burocrazia. Ha inoltre sottolineato che l’eccesso di regolamentazione a livello europeo rende l’industria meno competitiva rispetto a quella di paesi come la Cina e gli Stati Uniti.
Le preoccupazioni di Baravalle riflettono i complessi equilibri e le sfide che le industrie europee, in particolare quelle alimentari, devono affrontare in un contesto globale incerto e in rapida evoluzione. Cosa ne pensate? A voi i commenti!